Vai al contenuto

Igor, l’uomo senza memoria né identità che dal 2018 vive al pronto soccorso

Pubblicato: 21/11/2019 09:43

Dall’agosto del 2018, un uomo senza identità e senza memoria vive al pronto soccorso del Policlinico Casilino di Roma. Di lui si sa solo il nome (forse falso) e non è in grado di parlare. Un mistero lontano dalla soluzione.

In ospedale da 14 mesi

Si dovrebbe chiamare Igor Kozlov. Il condizionale è d’obbligo, dal momento che nessuna ambasciata ha trovato traccia di questo nome nei propri schedari. Quello che si sa, quindi, è solo quanto vissuto in prima persona da Polizia, medici e infermieri che dall’estate scorsa si sono imbattute in quest’uomo.
Nella notte del 22 agosto 2018 la Polizia soccorre un uomo che sta avendo una crisi epilettica in strada. Lo portano al pronto soccorso dell’ospedale Casilino e da allora non se ne è più andato. Dopo averlo curato, in tanti hanno cercato di scoprire qualcosa su di lui: ha detto di chiamarsi Igor Kozlov, un nome russo, di cui tuttavia l’ambasciata non sa nulla. Per il resto, non può dire altro: Igor lo Smemorato, come viene chiamato, si esprime con versi gutturali, non cammina bene e soprattutto è senza memoria.

L’aiuto dell’ospedale

Tra le pagine del Corriere della Sera viene raccontata la storia incredibile di quest’uomo senza niente e nessuno. Viene accudito dagli infermieri e dal personale sanitario, che ogni giorno lo nutrono, si prendono cura di lui e gli portano pasti caldi.
Ad un certo punto, sembrava che qualcuno l’avesse riconosciuto, ma la mancanza di uno specifico tatuaggio ha fatto svanire ogni speranza. E allora Igor vive da oltre un anno su un lettino del pronto soccorso, stimolando la pietà del personale e del direttore del Dipartimento Adolfo Pagnanelli. Al Corriere, ha dichiarato: “Ci fa tenerezza, non è niente e nessuno. È un pulcino abbandonato”. Lo stesso direttore ha paventato la possibilità che l’uomo possa avere una vita difficoltosa, con sicuramente un trauma molto grave. Assieme ai membri dell’ospedale, si prendono cura di lui anche la Comunità Sant’Egidio e un’assistente sociale.

Il buco normativo

L’ospedale Casilino ha provato a fare di più per lui, cercando qualcuno che potesse occuparsene. Lo stesso Pagnanelli lo ha accompagnato a testimoniare per l’ottenimento di un amministratore di sostegno. Tuttavia, non sapendo chi egli sia, non c’è modo di capire quale sia la normativa adatta per aiutarlo. L’obiettivo ora è fargli ottenere un permesso umanitario per motivi di salute, destinandolo così ad altre strutture più adatte per lui.
Il mistero di Igor Kozlov, senza memoria e senza parola, forse non verrà mai risolto, ma ora la priorità è dargli modo di vivere dignitosamente la propria vita.