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Gli diagnosticano un disturbo alimentare, ma ha 4 tumori al cervello

Pubblicato: 22/11/2019 17:13

Gli avevano diagnosticato un disturbo alimentare, ma in realtà il poco appetito era causato da un tumore al cervello. È successo a Chris Mullins, 15enne di una piccola cittadina del Galles, che a febbraio del 2018 aveva iniziato a manifestare strani comportamenti, come il bere eccessive quantità di acqua. I genitori, preoccupati, si erano rivolti a pediatri e psichiatri, che avevano consigliato il ricovero in una clinica specializzata in disturbi alimentari. Convinta che quel malessere non fosse solamente psicologico, la madre si era battuta affinché il figlio fosse sottoposto ad esami più approfonditi. La Tac avrebbe infine evidenziato la presenza di 4 masse tumorali al cervello.

Il sospetto del disturbo alimentare

La mia unica speranza, nel raccontare la storia di Chris, è di poter incoraggiare gli altri genitori a non essere intimoriti da coloro che lavorano nel campo medico”, ha detto la madre, Samantha, al WalesOnline. I genitori avevano intuito la gravità del problema in tempi non sospetti, notando come il figlio arrivasse a bere anche 3 litri di acqua in poche ore, per poi faticare a finire i pasti.

Nei mesi successivi le condizioni del ragazzo, progressivamente svuotato di tutte le forze, erano peggiorate, costringendolo ad abbandonare la scuola. Il presunto disturbo alimentare, diagnosticato dagli esperti, sembrava ormai fuori controllo: dopo essere arrivato a pesare meno di 40 chili, Chris è stato infine sottoposto alla Tac, che ha rivelato la triste verità. Il senso di inappetenza era provocato da una delle masse tumorali, avvolta attorno all’ipofisi.

Le parole della madre

Sottoposto ad un intervento e a vari cicli di chemioterapia, il ragazzo ha dovuto anche recarsi per 6 settimane in Germania per una speciale radioterapia. Adesso è ritornato a casa in Galles e sta tentando di ritrovare la normalità della vita quotidiana. La madre rimarca come la diagnosi sbagliata sia quasi costata la vita al figlio: “I professionisti devono ascoltare i pazienti – ha dichiarato – Tu conosci tuo figlio meglio di chiunque altro. Sostieni ciò che pensi e combatti per loro, perché gli errori, come dimostra il nostro caso, possono accadere”.