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Medicina: per la prima volta usata l’ibernazione temporanea per salvare un uomo

Pubblicato: 22/11/2019 17:32

L’equipe chirurgica della School of Medicine dell’Università del Maryland è la prima ad aver eseguito un’operazione su un uomo in ibernazione temporanea. In sala operatoria, la temperatura corporea è stata portata tra i 10 e i 15°C per 2 ore. Questo ha dato il tempo ai medici di salvare la vita del paziente, che altrimenti sarebbe quasi sicuramente morto. L’intervento innovativo è stato presentato dal dottor Samuel Tisherman, a capo della sperimentazione, all’Accademia delle Scienze di New York.

In Italia erano stati i medici di Cotignola, vicino Ravenna, a tentare l’ibernazione operando un uomo abbassando la sua temperatura a 26°C.

Come funziona l’ibernazione temporanea

Potrà capitare di sentire chiamare questa tecnica anche “animazione sospesa” o EPR (Emergency Preservation and Resuscitation).

Essa rappresenta un’innovativa procedura per i pazienti in arresto cardiaco, con una grossa perdita di sangue, e che non rispondono alle cure standard.

Il primo uomo sottoposto alla sperimentazione è arrivato in sala operatoria in condizioni disperate. I medici hanno riempito i vasi sanguigni con una soluzione salina gelida, così da portare la temperatura corporea tra i 10 – 15°C. L’assenza di ossigeno ha bloccato l’attività del cervello, lasciando l’uomo in uno stato di morte apparente.

Da quel momento i chirurghi hanno avuto a disposizione circa due ore per bloccare l’emorragia e salvare la vita dell’uomo.

Terminata l’operazione, il sangue è stato reimmesso in circolo, per far salire la temperatura a valori normali, ed è stata praticata la rianimazione.

Attualmente questo caso, come altri, fa parte di una sperimentazione e bisognerà aspettare il 2020 per vedere pubblicati i risultati.

Una tecnica che potrebbe salvare molte vite

Negli Stati Uniti gli incidenti stradali e le sparatorie sono la principale causa di morte tra gli under 45. In queste circostanze, le vittime perdono grandi quantità di sangue e arrivano in ospedale troppo tardi. Questo riduce le probabilità di sopravvivenza a meno del 5%. Infatti, se il cervello rimane in assenza di ossigeno per più di 5 minuti, possono insorgere danni anche irreparabili.

Per aumentare le chances di sopravvivenza dei pazienti, il dottor Tisherman ha deciso di avviare questa sperimentazione basata sui vantaggi dell’ipotermia. Grazie all’utilizzo delle basse temperature, infatti, i medici disporrebbero di molto più tempo in sala operatoria per salvare giovani vite.

Per il momento meglio procedere con cautela e aspettare la conclusione della sperimentazione. Non si conoscono ancora tutti i rischi che potrebbero svilupparsi nel medio e lungo periodo e il calcolo dei costi- benefici sarà messo sotto la lente d’ingrandimento delle autorità.