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Barconi usati dai migranti e arenati a Lampedusa: è emergenza ambientale

Pubblicato: 25/11/2019 16:24

La tragedia dei migranti, oltre ai risvolti sul piano politico e umanitario, sta creando indirettamente una vera e propria emergenza anche a livello ambientale. A denunciarlo sono il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, e Legambiente Sicilia, che hanno documentato il mancato smaltimento dei barconi utilizzati dai migranti e poi abbandonati in vari punti dell’isola. Negli scorsi giorni, a causa del maltempo, una di queste imbarcazioni si è rovesciata e ha riversato in mare tutto il carburante contenuto nei serbatoi, con gravi rischi per l’ecosistema marino.

Il Comune non può rimuovere i relitti

Il Governo nazionale intervenga al più presto e disponga la rimozione delle imbarcazioni ‘abbandonate’ a Lampedusa – aveva profeticamente avvertito il sindaco con un comunicato stampa lo scorso 12 novembre – perché con il maltempo di questi giorni e le pessime condizioni del mare si sono trasformate in un pericolo per la comunità, per le infrastrutture e per l’ambiente”. In effetti il problema era già noto, dato che alcune delle navi in questione si trovano abbandonate nel porto da anni. In questo caso, sottolinea il sindaco, intervengono complessi problemi burocratici che impediscono di fatto al Comune di procedere alla rimozione dei relitti: “L’Amministrazione Comunale ha le mani legate poiché, fino a quando si tratta di barche sotto sequestro, non possono essere rimosse”.

Le barche dimenticate

Con il passare del tempo le barche vengono “dimenticate” e i materiali si deteriorano, portando in alcuni casi al parziale affondamento dei relitti. A quel punto la procedura di rimozione ha costi molto elevati che il Comune, da solo, non è in grado di sostenere. Martello, ancora prima dell’incidente legato al riversamento in mare del carburante, chiedeva così l’intervento dei Ministeri competenti e del Governo, affinché fornissero un aiuto concreto all’amministrazione locale. Una preoccupazione che si è trasformata, pochi giorni dopo, in una realtà tangibile: “Il primo a soffrire nel vedere quel carburante nel mare di Lampedusa sono io – scrive su Facebook il sindaco – Soffro e provo rabbia perché tutto questo si doveva e si poteva evitare”.

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(Immagine: Legambiente Sicilia)

Legambiente presenta un esposto in Procura

Del tema si è occupata anche Legambiente Sicilia, che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, al Ministero dell’Ambiente ed alla Commissione Europea. Secondo l’associazione, il degrado ambientale che si sta verificando costituisce una violazione delle norme comunitarie: “Tutto il territorio di Lampedusa e tutto l’ambito marino circostante compreso il porto – scrive Legambiente – sono vincolati dall’Unione Europea come Zona di Protezione Speciale per l’elevato valore naturalistico”. Per tale motivo viene chiesto di fare completa chiarezza sulla mancata attuazione degli appalti, indetti ormai da mesi, per la rimozione dei relitti e dei barconi nella zona interessata.

(Immagine in alto: Legambiente Sicilia)