All’indomani del crollo del viadotto sulla A6, ci si interroga sullo stato di salute delle infrastrutture italiane. Secondo un esperto, quel viadotto oggi non sarebbe stato fatto in quel modo. Inoltre, sono 1.425 i viadotti che al momento risultano senza gestore e quindi manutenzione.
Il crollo sulla A6
L’ondata di maltempo che sta flagellando l’Italia ieri ha colpito su uno dei nervi scoperti del Paese: lo stato delle infrastrutture e in particolar modo delle autostrade. Una frana ha fatto crollare 40 metri sulla Torino-Savona, all’altezza della chiesa della Madonna del Monte. Nessun ferito coinvolto, ma ci si ritrova nuovamente a fare i conti con un pezzo di strada spezzata e le sue conseguenze.
Quel tratto della A6 è gestito dal gruppo Gavio, che l’ha rilevato da Autostrade per l’Italia nel 2012 alla cifra di 233 milioni di euro. La stessa società, che controlla oltre 1.400 km sulla Autostrada dei Fiori, dopo il crollo del Ponte Morandi ha posizionato 3.000 sensori sulla Torino-Savona. Lo scopo è monitorare movimenti, peso di carico e altre criticità dei viadotti.
Il parere dell’esperto
Sul crollo del viadotto a Madonna del Monte, sulle pagine del Secolo XIX è stato ospitato il parere dell’ingegnere Paolo Costa. Secondo l’esperto, in questo caso il viadotto “non poteva far altro che cedere“. Non un problema strutturale, quindi, che nulla poteva contro la frana. Tuttavia, l’ingegner Costa non assolve completamente i costruttori: “Quel viadotto è figlio degli anni forse peggiori nella storia delle costruzioni. E oggi non l’avremmo mai fatto così“. Un problema di sottovalutazione, quindi: “una maggiore consapevolezza di certi tipi di rischio, soprattutto nel nostro territorio, ha iniziato a prendere piede dopo l’alluvione del 1970“, dice Costa.
#Savona, crolla parte di un viadotto sull’autostrada #A6, altezza Madonna del Monte: #vigilidelfuoco al lavoro per la verifica di eventuali auto coinvolte pic.twitter.com/6cuOG4rZ2L
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) November 24, 2019
La situazione dei viadotti in Italia
Dopo il crollo sulla A6, arrivato ad un anno da quello tristemente famoso del Ponte Morandi, ci si interroga sullo stato di salute dei viadotti in Italia. L’obiettivo è capire quanti siano a rischio crollo. Il Messaggero ha ricordato alcune preoccupanti cifre sulla viabilità italiana.
Secondo l’analisi, risalente allo scorso febbraio e che considera solo il territorio coperto da ANAS, ci sono oltre 11.000 viadotti in Italia, oltre un quarto lungo più di 100 metri. Tuttavia, di 1.425 di questi non si conosce il gestore. Dopo un anno di ricerche, ANAS ha scoperto che questo è il numero dei viadotti su cui non viene effettuata manutenzione perchè, appunto, apparentemente senza gestore.
Gli interventi dello Stato
Per fermare quella che sembra essere una vera e propria emorragia nella rete dei trasporti d’Italia, riporta il Messaggero, si stanno muovendo sia le società private che lo Stato.
Le prime, come Gavio, stanno lavorando ad un sistema digitale per la manutenzione e l’ispezione delle infrastrutture, con un piano di investimento di oltre 360 milioni. Dall’altra parte, l’anno scorso lo Stato ha destinato un miliardo di euro per la messa in sicurezza dei territori colpiti dalle alluvioni. Tale operazione fa parte del piano ProteggItalia, ma nel documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles è stata richiesta flessibilità per oltre 3 miliardi di euro. La richiesta era partita dal governo Lega-M5S, ma rinnovata ora per 3,6 miliardi (0,2% del Pil). Infine, sarebbero 3,9 i miliardi previsti per la messa in sicurezza degli edifici dal 2021-2034, e 4 miliardi per la prevenzione sismica tra il 2025 e il 2034.