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Soldati italiani torturati dai francesi: il “dossier della vergogna”

Pubblicato: 25/11/2019 11:36

Emergono nuovi dettagli sui crimini atroci commessi contro la popolazione italiana da parte dell’esercito francese, nel 1944. 

Infatti, è stato trovato un particolare documento, denominato il “dossier della vergogna”. Al suo interno, compare una relazione di oltre 1200 pagine trasmessa, nel 1945, dalla presidenza del Consiglio dei Ministri italiano alla commissione alleata di controllo. 

Trovati i dossier sulle “Marocchinate”

Il documento è stato rinvenuto da Emiliano Ciotti, il presidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate (A.N.V.M.), nell’Archivio Centrale di Stato. Ciotti ha dichiarato: “Abbiamo trovato dei voluminosi fascicoli che elencano una serie di innumerevoli atti criminali, compiuti contro i nostri soldati italiani prigionieri nei campi di concentramento francesi”. 

In effetti, il dossier della vergogna mette alla luce le “marocchinate” messe in atto dalle truppe francesi. In particolare, riferisce stupri, violenze, torture e omicidi, che hanno interessato Toscana, Campania, Puglie, Molise, Sardegna e Sicilia. 

Le torture subite dai prigionieri italiani

Secondo quanto riportato sul dossier, i prigionieri italiani venivano maltrattati, bastonati, sepolti fino al collo e lasciati con la faccia al sole senza acqua. Venivano legati a un palo e dovevano girarvi intorno per ore sotto il sole. Ancora, venivano costretti a restare immobili per svariate ore, tenendo pesanti mattoni sulle spalle. Nessuna pietà nemmeno per i malati, i quali dovevano percorrere 12 chilometri per arrivare all’infermeria. In caso di ribellione, i prigionieri venivano giustiziati con un colpo di pistola o bastonati fino a provocarne la morte.

Grazie a ulteriori fascicoli, invece, sono state portate alla luce ulteriori atrocità: “I coloniali francesi si macchiano di diversi delitti e uccidono Giuseppe Angeli, Abele Mezzetti, il 18enne Luigi Carloni, Ada Andreini e il figlio di 5 anni, Ivano Pelecca. 3 civili sono percorsi gravemente. Oltre a furti e ruberie, i magrebini si gettano sulle donne per violentarle. Non sono risparmiati nemmeno i giovanissimi. I carabinieri segnalano lo stupro di 2 donne e anche di un bambino di 7 anni”, ha spiegato Emiliano Ciotti. 

Il documento del 1944

Solo qualche settimana fa, l’Associazione aveva trovato un ulteriore documento, sottoscritto dal generale francese Alphonse Juin il 24 maggio 1944. Il memorandum, dal titolo “Maltrattamento di popolazione civile”, descrive “atti di brigantaggio, di rapina armata e di ratto contro le popolazioni che vivono nelle zone avanzate”. A riguardo, si legge: “Comunque forti possano essere i nostri sentimenti nei confronti di una Nazione che odiosamente tradì la Francia, noi dobbiamo mantenere un’attitudine dignitosa. L’esercito francese si è guadagnato sul campo di battaglia italiano la considerazione di tutti. Sarebbe facile cementare questa reputazione adottando una scorretta abitudine in un paese conquistato”.

E ancora: “Il Comandante Divisionale e il generale comandante dei Gaume prendano, pertanto, i necessari provvedimenti indispensabili per portare a termine tutti quegli atti che vanno a detrimento della morale e della dignità del vincitore”. 

Le Marocchinate

Il termine “marocchinate” viene utilizzato per indicare gli episodi di violenza sessuale e violenza fisica di massa. Essi erano stati perpetrati, durante la Secondo Guerra Mondiale, ai danni di migliaia di individui di qualsiasi sesso ed età da parte dei soldati marocchini, incorporati nell’esercito francese. 

Questi atti si verificarono nel corso della Campagna di Italia, ovvero l’insieme delle operazioni militari condotte dai cosiddetti Alleati (Regno Unito, Stati Uniti, Unione Sovietica, Francia, Cina) tra il giugno 1943 e il maggio 1945.