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Angelo Izzo, il mostro del Circeo parla dal carcere: “Adoro le donne”

Pubblicato: 27/11/2019 00:04

Non c’è ombra di pentimento né anelito di redenzione nelle parole di Angelo Izzo, il ‘mostro del Circeo’ rimasto impresso nelle cronache per uno dei capitoli più violenti e drammatici della cronaca nera nazionale. Detenuto a Velletri, ha accettato di parlare con l’Adnkronos svelando alcune sfumature della sua identità di spietato assassino e uomo che non rinnega il suo passato.

Angelo Izzo non mostra pentimento

Nel 1975 il suo nome fu la firma su uno dei più efferati crimini della storia italiana, il tristemente famoso massacro del Circeo. Insieme a Gianni Guido e Andrea Ghira, Angelo Izzo rapì e seviziò le giovanissime Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, quest’ultima rimasta uccisa nel vortice di terribili violenze cui entrambe furono sottoposte.

Fu una notte di sangue e orrore, una delle peggiori pagine impresse in modo indelebile nella cronaca nera nazionale, per la quale si sono scritti fiumi di racconti e articoli di giornale.

Oggi Angelo Izzo sceglie di parlare ai microfoni di Adnkronos per dire la sua, ancora una volta, sul profilo criminale che le sue condotte hanno cucito intorno ai suoi occhi sbarrati, a quello sguardo glaciale e a tratti indecifrabile che ha attraversato agonie e processi senza mai eclissarsi dietro lacrime e paura.

Non c’è pentimento nel suo autoritratto, “impossibile tornare indietro” dice il mostro del Circeo dal carcere, sostenendo di non aver confessato tante delle cose che avrebbe commesso oltre alle atrocità già consegnate alla storia.

Una delle vicende in cui si è tirato in ballo è il caso di Rossella Corazzin, la 17enne scomparsa nel 1975 a Tai di Cadore, dove si trovava in vacanza con la famiglia. Izzo ha dichiarato di averla stuprata, chiamando in correità altri ‘amici’ tra cui Gianni Guido – come lui condannato per i fatti del Circeo – ma non si sarebbe autoaccusato per togliersi un peso.

Sono stanco di avere a che fare con investigatori ai quali dovrei fornire io le prove, oltretutto in gran parte si tratta di episodi datati“, ha detto in merito ai presunti crimini che non avrebbe mai rivelato.

Il mostro del Circeo: “Adoro le donne”

Angelo Izzo ha dichiarato di non sentire un “bisogno di pace”, e di non avere necessità di esporre al pubblico eventuali rimorsi. Sul fronte del perdono, la sua linea non si discosta dal perimetro di una apparente imperturbabilità:Trovo poco estetico questa specie di mercato che intercorre tra rei e parenti delle vittime. Non appartiene al mio modo di essere e di fare“.

Accusato di diversi stupri, ha aggiunto un punto di vista sulla questione del suo rapporto con il sesso femminile: “Le violenze carnali che ho commesso facevano parte di un modo di vivere sbagliato dei miei anni verdi”.

È un dipinto decisamente edulcorato dal suo stesso autore, un racconto tiepido rispetto alla gravità sostanziale dei fatti: “Avevano a che fare con l’idea che mi sentissi una specie di vichingo. Oggi penso siano atti sbagliati. Chi commette queste cose è un miserabile. Adoro le donne e penso siano meglio degli uomini”.

Izzo, che negli anni ha dichiarato di conoscere retroscena e chiavi di lettura importanti su casi come piazza Fontana e la strage di Bologna, fino addirittura al delitto di Piersanti Mattarella, appena messo piede fuori dalle sbarre ha vergato un’altra orribile pagina di sangue.

Nel 2005 uccise moglie e figlia di un pentito ex Sacra Corona Unita: è la trama terribile del cosiddetto ‘massacro di Ferrazzano‘, avvenuto in provincia di Campobasso pochi mesi dopo l’alba del regime di semilibertà (concessogli nel 2004).

Tra queste pagine di sangue Angelo Izzo non sembra lasciare respiro alla salvezza: non sa dire cosa rifarebbe o eviterebbe del suo passato, di quel magma infernale che ha tritato cuori e sogni costringendoli a un mondo alla deriva.

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2019 00:19