Vai al contenuto

Siamo ciò che mangiamo: i cibi che ci hanno cambiati negli anni ’10

Pubblicato: 06/12/2019 18:48

“L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. L’uomo è ciò che mangia”. Così pensava Feuerbach e noi non ci sentiamo di dargli torto, visto di quanti significati si è oggi arricchito l’atto del mangiare e quanto l’alimentazione sia diventata elemento definente le nostre identità e stili di vita, che non manchiamo di mettere in mostra con selfie tattici pre-abbuffata.

Non solo pasta e pizza

In questo decennio si sono radicalmente trasformate non solo le modalità in cui mangiamo, ma anche i luoghi nei quali lo facciamo. Il melting pot culinario ci ha portato alla scoperta (e riscoperta) di ingredienti e ricette nuove, che sono rapidamente entrate a far parte della vita e della dieta di tutti i giorni.

Alzi la mano chi dieci anni fa avrebbe detto che il popolo della pizza avrebbe ceduto con tanta disarmante facilità all’utilizzo delle bacchette e all’adorazione del pesce crudo, all’esotismo della mediorientale carne rotante e alla decisa piccantezza messicana.

E quindi via all’esplosione del sushi, al versatile kebab, da apprezzare nelle varie forme, arrotolato, panino e addirittura in una sfidante versione combo con la pizza, al tex-mex e a infinite varietà di ristoranti da frequentare assiduamente, recensendo, instagrammando a più non posso, salvo poi concludere che “la pizza resta sempre la pizza”.

Zenzero, avocado & Co.

Nuovi cibi e nuovi ingredienti, entrati sulle nostre tavole in punta di piedi e dei quali è ormai impossibile fare a meno. Zenzero, curcuma, avocado, mango, wasabi, salsa di soia, da consumare con religioso rispetto della tradizione di provenienza, meglio in serate a tema, o in più blasfeme contaminazioni con derive quali pizza all’ananas.

Se quindi siamo ciò che mangiamo, oggi siamo sicuramente più aperti a nuove esperienze, disposti a provare, meno rigidi ed egocentrici, orgogliosi delle nostre radici, ma anche in grado di fare dei tentativi, di prendere dei rischi e andare contro la tradizione, ma almeno dimostrando di avere il coraggio di cambiare.