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Morto Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz: una vita per la memoria

Pubblicato: 08/12/2019 16:36

Pietro Terracina si è spento a Roma, uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz aveva 91 anni. A dare l’annuncio è Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica di Roma. 

La notizia è stata appresa con sommo cordoglio, tanti messaggi di condoglianze dai membri della classe politica. 

Il ricordo della comunità ebraica di Roma

Poche sentite parole scritte sulla pagina Facebook della comunità ebraica di Roma: “Ci lascia Piero Terracina, uno degli ultimi sopravvissuti ai lager nazisti. Sfuggito al rastrellamento del 16 Ottobre, fu arrestato nel ’44 ed internato con la sua famiglia a Auschwitz: fu l’unico a tornare vivo. Che il suo ricordo sia di benedizione”.

La scomparsa di Piero Terracina lascia un vuoto incolmabile, come dichiarato da Ruth Dureghello, presidentessa della comunità Ebraica di Roma: “È scomparso un baluardo della Memoria. Piero Terracina ha rappresentato il coraggio di voler ricordare nonostante la sofferenza. Oggi piangiamo un grande uomo, il dolore dovrà trasformarsi in forza di volontà per non permettere ai negazionisti di far risorgere l’odio antisemita”.

Il commento di Liliana Segue

La senatrice Liliana Segue, sopravvissuta ad Auschwitz, ha ricordato lo scomparso Piero Terracina. “Ci legava una fratellanza silenziosa, tra noi non servivano parole. E ora che non c’è più mi sento ancora più sola”. Liliana Segue ha ricordato Piero Terracina a Pagine Ebraiche, ricordando che ad ogni loro incontro non avevano bisogno di parlare, poiché nel silenzio erano perfettamente in grado di capirsi. 

La sua scomparsa mi colpisce molto” ha dichiarato Segre, “Ora mi sento più vecchia e più sola”.

Venduto insieme alla famiglia ai nazisti

Nato a Roma nel 1928, Piero Terracina era stato deportato insieme alla sua famiglia ad Auschwitz-Birkenau, ma solo lui è riuscito a tornare. I campi non sono l’unico orrore conosciuto dal sopravvissuto, come i suoi coetanei dell’epoca, anche Piero Terracina aveva subito le orripilanti conseguenze dell’applicazione delle leggi razziali. Espulso da scuola all’età do 10 anni, riesce a scampare al rastrellamento di Roma del 16 ottobre 1943. Pochi mesi dopo però lui e tutta la sua famiglia furono venduti da un conoscente e consegnati ai nazifascisti; era il 7 aprile 1944. 

L’arrivo ad Auschwitz

Piero Terracina, la mamma, il papà, i fratelli, la sorella, il nonno e lo zio intrapresero il viaggio della morte, arrivando al campo di sterminio il 17 maggio 1944. Piero Terracina, durante le sue conferenze, ha raccontato spesso cos’accadde, di come tutti loro furono divisi, picchiati e costretti ai lavori forzati… una prassi rodata nell’atroce e spietato macchinario nazista. “All’inizio pensavamo che avrebbero risparmiato anziani e donne”, aveva raccontato Terracina, ma la storia insegna tutt’altro.

I ricordi del campo e la liberazione

Imparai come dovevo morire” aveva raccontato Terracina “Vidi un ufficiale sparare un colpo in testa a un deportato che conoscevo. Fu la prima morte che vidi nella mia vita” si legge su Repubblica, “Ci ricordarono che se qualcuno avesse provato a fuggire, i familiari sarebbero stati tutti uccisi, così come altre dieci persone del carro”.

Nel campo Piero Terracina ha perso tutto, ha ricordato in più occasioni il giorno in cui aveva scoperto la morte dello zio. “Ho pianto”, ha ricordato, “Mi riferirono (i fratelli) che aveva detto di non essere tristi per lui, perché le sue sofferenze sarebbeo finite presto”. Terracina è stato uno di quei tanti “fantasmi” incontrati dai soldati dell’armata rossa il giorno in cui entrarono ad Auschwitz il 27 gennaio 1945.

I messaggi di cordoglio della classe politica

Da Zingaretti a Gentiloni, passando per il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Matteo Salvini, sono in tanti ad aver espresso il cordoglio per la morte di Piero Terracina. “L’ultimo straordinario testimone della deportazione degli ebrei romani a Auschwitz” scrive Gentiloni. 

Il suo rigore, il suo dolore, la sua inquietitudine nel vedere il ritorno di segnali pericolosi devono essere per noi spinta all’impegno, ha scritto invece Nicola Zingaretti. 

La sua testimonianza su Auschwitz è memoria collettiva: un patrimonio che ora tocca a noi alimentare perché possa trasmettersi anche alle future generazioni”, ha scritto invece il Premier Conte. 

È importante tramandare la memoria e il sacrificio di chi sopravvisse ai lager, perché questi orrori non si ripetano mai più”, ha commentato Matteo Salvini. 

Sentito anche il ricordo del sindaco di Roma, Virginia Raggi: “Profondo dolore per la scomparsa di Piero Terracina“.