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Viadotti costruiti con materiali scadenti: imprenditori in manette

Pubblicato: 12/12/2019 13:22

Un’inchiesta su un presunto giro di tangenti per la realizzazione di opere stradali in tutta Italia è sfociata nell’arresto di 2 imprenditori casertani, accusati di aver usato materiali scadenti per la costruzione di strade e viadotti, finiti nel mirino delle indagini della Procura di Napoli Nord. Secondo le ipotesi, riportate dall’Ansa, avrebbero impiegato quantità e qualità inferiori rispetto a quanto dichiarato, sullo sfondo di un tessuto di tangenti per non essere scoperti.

Viadotti costruiti con materiale scadente

Strade e viadotti costruiti in tutta Italia con materiale di qualità scadente e quantità inferiore a ciò che veniva dichiarato: è questa l’accusa che graverebbe su 2 imprenditori casertani, finiti in manette su ordinanza del gip di Napoli Nord che avrebbero eseguito lavori in tutta Italia.

Condotte illecite che si rifletterebbero in modo importante sulla stabilità e sulla sicurezza di tante strutture. È quanto emergerebbe, secondo Ansa, dal provvedimento di custodia cautelare emesso a carico degli indagati.

L’inchiesta coinvolgerebbe anche le amministrazioni locali di Villa Literno e Lusciano, in Campania, e i rispettivi sindaci, Nicola Tamburrino e Nicola Esposito, risulterebbero indagati (il primo sottoposto ai domiciliari).

Indagato anche un funzionario dell’Anas Sardegna. L’ipotesi è che i 2 impresari edili pagassero tangenti per nascondere l’utilizzo di materiali scadenti per costruire strade e viadotti.

Tangenti ai funzionari per agire indisturbati

Secondo l’accusa, dunque, le persone finite in manette avrebbero pagato funzionari pubblici in cambio del silenzio sui presunti illeciti commessi, agendo così indisturbati nella realizzazione di strutture – sparse su tutto il territorio italiano – con materiali lontani da quanto stabilito per contratto.

L’inchiesta campana, sfociata nelle misure cautelari eseguite dai carabinieri di Caserta, comprende un filone sardo che apre a uno scenario di presunte attività di corruzione ancora più esteso e riguarderebbe la costruzione di viadotti tra Nuoro e Lanusei (tra cui le strutture ‘Navile’ e ‘Sa Pruna’).

Sulla base delle notizie emerse, gli imprenditori attualmente indagati avrebbero corrotto un funzionario Anas per poi portare a termine il presunto piano di illeciti, come utilizzare minori quantità di materiale (tra cui fibre di carbonio) e acciaio di scarsa qualità pagati al prezzo di quello migliore.

Ma non sarebbe tutto: secondo quanto riportato dal quotidiano L’Unione Sarda, infatti, per la costruzione sarebbero stati usati anche pali non certificati.

Per l’accusa, dunque, gli impresari avrebbero agito in difformità rispetto ai progetti iniziali, occultando la cattiva esecuzione dei lavori con una trama di mazzette.

Ultimo Aggiornamento: 12/12/2019 13:43