Accusato di aver impiantato stent con farmaci scaduti nelle arterie dei pazienti, un ex primario è stato condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione dal Tribunale di Catania. A riportare la notizia è il quotidiano La Sicilia, secondo cui la sentenza di primo grado a carico di Alfredo Ruggero Galassi – all’epoca dei fatti contestati a capo dell’unità di Emodinamica dell’ospedale Cannizzaro e finito a processo con due cardiologi dello stesso reparto – sarebbe arrivata il 18 dicembre scorso. Assolti gli altri due specialisti.
Stent con farmaci scaduti: condannato ex primario
Il Tribunale di Catania ha condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione l’ex primario dell’unità di Emodinamica del Cannizzaro, Alfredo Ruggero Galassi, accusato di aver impiantato stent con farmaci scaduti nelle arterie di alcuni pazienti durante interventi di angioplastica.
La sentenza di primo grado è arrivata il 18 dicembre scorso, e la pena stabilita dal giudice è superiore a quanto chiesto dal pm (3 anni). Sulla vicenda erano intervenute le indagini del Nas di Catania e a processo sono finiti altri 2 specialisti, i cardiologi Salvatore Adriano Azzarelli e Michele Giacoppo, entrambi assolti.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il Tribunale avrebbe trasmesso alla Procura gli atti utili a valutare la posizione dell’allora direttore generale dell’azienda ospedaliera.
Al Cannizzaro, presente in duplice veste di responsabile e parte civile nel processo, non sarebbe stato riconosciuto alcun danno. L’ospedale sarebbe stato condannato, al pari dell’ex primario, al risarcimento delle parti lese e al pagamento delle spese processuali.
La sentenza di primo grado
Con la sentenza di primo grado, a carico dell’ex primario il Tribunale avrebbe stabilito anche pene accessorie tra cui l’interdizione ‘in perpetuo’ dai pubblici uffici – riporta Il Fatto Quotidiano – e “dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata della pena“.
Il primario era imputato per abuso d’ufficio e somministrazione di farmaci guasti per fatti che si sarebbero verificati tra il 2011 e il 2012. La denuncia, scrive ancora La Sicilia, sarebbe partita nel 2013.