Il Patto per la Salute appena approvato è il risultato della collaborazione ed intesa tra Governo e Regioni. Tra le novità vi è l’arrivo dell’infermiere di famiglia, figura che in realtà già esisteva nel nostro Paese ma che ancora non è del tutto diffusa.
Un sostegno continuo al cittadino
Suddetto patto, sostenuto fortemente dal ministro della Salute Roberto Speranza, si pone a difesa del diritto alla salute. Come ha scritto lo stesso ministro sul suo account Twitter ufficiale: “Ora è più forte il nostro Servizio Sanitario Nazionale“.
Approvato il patto per la Salute. Governo e Regioni insieme a difesa del diritto alla Salute. Ora è più forte il nostro Servizio Sanitario Nazionale.
— Roberto Speranza (@robersperanza) December 18, 2019
La Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) spiega dettagliatamente sulla propria pagina web che, d’ora in avanti: “l’assistenza infermieristica di famiglia/comunità, per garantire la completa presa in carico integrata delle persone“.
Tale figura professionale nasce dalla necessità di valorizzare le professioni sanitarie, specie quella dell’infermiere, con lo scopo di rispondere all‘esigenza di un aiuto e di un sostegno continuo da parte di quelle persone più fragili e affette da multi-morbilità.
Sul sito web della Fnopi si continua a leggere: “La professione fa un altro passo avanti nel suo cammino, entra nelle case delle persone, contrasta le disuguaglianze soprattutto nelle aree interne e garantisce un’assistenza territoriale accessibile soprattutto a una popolazione che invecchia e presenta sempre più cronicità e disabilità, con la necessità di soddisfare bisogni di assistenza complessi che gran parte delle famiglie non può affrontare da sola“.
Il ruolo dell’infermiere di famiglia
Questa nuova figura professionale sanitaria affianca le figure già presenti sul territorio del sistema nazionale quali medici di medicina generale (vale a dire il medico di base), i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali e i farmacisti.
Pertanto, si tratta di una figura qualificata che opera con il medico di famiglia. Nello specifico, si occupa di dare assistenza domiciliare al malato, offrendo il proprio aiuto e la propria professionalità al paziente bisognoso.
L’infermiere di famiglia si occuperà di medicare il proprio paziente nel caso in cui ne avesse bisogno, seguirà i pazienti nel corso di terapie riabilitative per anziani che hanno problemi di deambulazione, ma anche terapie riabilitative per persone che hanno subito traumi, incidenti e pertanto sono costrette in casa.
Inoltre, altro compito importante svolto da tale figura sarà il supporto psicologico sia al paziente sia ai familiari di persone che hanno disabilità, vale a dire quelle persone affette da patologie croniche.
La soddisfazione e la riconoscenza della Fnopi
La dottoressa Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, soddisfatta del risultato raggiunto, ringrazia il Ministro della Salute con parole piene di riconoscenza: “Ringraziamo il ministro della Salute e le Regioni per aver accolto la richiesta della Federazione di innovare il Ssn attraverso l’introduzione dell’infermiere di famiglia/comunità, scegliendo la vera strada della multidisciplinarietà e dell’integrazione tra professionisti per rendere effettiva un’assistenza sul territorio che finora è spesso mancata proprio nei settori più delicati, come quello dell’assistenza agli anziani, ai malati cronici, ai non autosufficienti”.