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Falsifica il curriculum e viene condannata a 2 anni di carcere

Pubblicato: 20/12/2019 12:22

Una donna di Adelaide, Australia, è stata condannata a 25 mesi di reclusione per aver mentito sul proprio curriculum, al fine di assicurarsi un posto da dirigente nel settore pubblico. Secondo le accuse, Veronica Hilda Theriault, 45 anni, era riuscita così ad ottenere un contratto da 270mila dollari australiani (circa 166mila euro), prima di essere scoperta. A destare i sospetti degli investigatori alcune incongruenze sul suo profilo LinkedIn, sul quale aveva usato una foto della modella statunitense Kate Upton.

Una truffa ai danni dell’amministrazione pubblica

Secondo quanto riportato dalla Abc, Australian Broadcasting Corporation, la donna aveva fatto riferimento ad alcune importanti esperienze lavorative in una compagnia di Melbourne, che si erano poi rivelate completamente inventate. Per fare ciò era giunta ad impersonare una certa “signora Best”, che aveva parlato con i responsabili del personale raccomandando, di fatto, sé stessa. Per ottenere una retribuzione più alta di quella originariamente pattuita aveva persino fornito le prove falsificate del presunto stipendio guadagnato nel settore privato. Alla fine il curriculum “gonfiato” era stato giudicato talmente soddisfacente da aprirle le porte del Dipartimento del Premier dell’Australia Meridionale, presso il quale aveva ricoperto un prestigioso incarico direttivo.

I problemi psicologici e la condanna

Dopo la scoperta della frode, la donna era stata arrestata, conducendo nel contempo gli investigatori ad indagare i meccanismi di reclutamento delle istituzioni pubbliche. Trasformata in un vero e proprio caso di cattiva amministrazione, la vicenda si era arricchita di un nuovo capitolo quando anche il fratello dell’imputata era stato indagato per aver ottenuto un incarico governativo, grazie “all’intercessione” della sorella.

Gli avvocati avevano cercato inizialmente di impostare la difesa facendo leva su alcuni problemi psicologici diagnosticati alla loro assistita, che avrebbero influito negativamente sulla sua condotta. Secondo quanto riportato dalla ABC, la donna si è poi dichiarata colpevole di tutte le accuse, che comprendono truffa, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Tenuta anche in considerazione l’aggravante di essere riuscita ad accedere, con la sua frode, ad informazioni riservate, il giudice ha condannato la donna a 25 mesi di carcere.