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Haiti, scandalo Caschi Blu: abusi e stupri su bambine sotto i 14 anni

Pubblicato: 20/12/2019 10:43

Un’agghiacciante inchiesta ha messo in luce centinaia di abusi e stupri commessi dai Caschi Blu durante le missioni umanitarie ad Haiti. Si tratta di oltre 250 persone che come i militari dell’Onu abbiano abusato di bambine di meno di 15 anni, mettendole incinta per poi abbandonarle.

Il report delle università

Si chiama “Qualche moneta in mano per mettere un bambino dentro di te – 265 storie di bambini haitiani abbandonati dai padri dell’Onu“. Lo studio, che sta facendo emergere uno scandalo di portata mondiale, è stato pubblicato sulla rivista accademica Conversation. A realizzarla, Sabine Lee dell’università di Birmingham e Susan Bartels della Queens University, in Ontario.
Lo studio prende le basi da oltre 2500 interviste condotte su donne haitiane, paese che è stato teatro di una lunghissima missione umanitaria. Dal 2004 al 2017, i Caschi Blu dell’Onu sono stati presenti nel Paese per la missione di pace Minustah, prolungata due volte: la prima dopo il terremoto del 2010, la seconda per l’uragano del 2016. In questo periodo, gli stessi membri dell’Organizzazione si sarebbero resi autori di orribili violenze.

Abusi su bambine in cambio di un pasto

Delle 2500 interviste realizzate, ben 265 riportano di bambini i cui padri sono Caschi Blu, i mantenitori della pace dell’Onu. La maggior parte di loro provengono da Uruguay e Brasile. Tutti questi casi raccolti dal report sono simili e mettono in luce una condotta di abusi e stupri da parte del personale Onu. Le modalità sono simili in numerosi casi: i Caschi Blu pagavano poche monete o offrivano un pasto per poter far sesso con bambine tra gli 11 e i 14 anni. Il report si apre con la storia di una di loro: 14enne all’epoca dei fatti, è stata messa incinta da un soldato brasiliano, che poi l’ha abbandonata. I genitori della giovane l’hanno cacciata di casa e lei si è ritrovata a dover crescere un figlio nella miseria più completa, senza supporto familiare o da parte delle organizzazioni dei paesi coinvolti.

Lo scandalo dei “piccoli Minustah”

I numeri riportati dal report sono impressionanti. Tra gli altri, si parla di membri dell’Onu dallo Sri Lanka coinvolti in una rete di abusi su minori durante la permanenza ad Haiti, tra il 2004 e il 2007. I peacekeeper di Minustah (in divisa e non) sono stati collegati a numerosi reati quali sfruttamento sessuale, stupro e persino morte.
Sono numerose le testimonianze di operatori e anche cittadini haitiani. Tra questi, si legge: “Ogni giorno sentivo donne lamentarsi di abusi sessuali da parte dei Minustah. Gli hanno anche passato l’AIDS con queste violenze. Alcune di loro sono incinta“. Questi bambini ora sono chiamati “i piccoli Minustah“, figli della violenza e dell’abbandono.

La risposta dell’Onu

Le testate internazionali riportano le parole del portavoce del dipartimento al peacekeeping Nick Birnback. Ha dichiarato: “Lo sfruttamento sessuale e gli abusi da parte di personale Onu può minare la fiducia della popolazione locale che vogliamo aiutare e proteggere. Non possiamo accettarlo“. La politica del Segretario Generale Antonio Guterres è di tolleranza zero, ma l’Onu si ritrova ora con un altro scandalo di questa natura. Oltre ad Haiti, infatti, negli anni sono stati riportati casi in numerosi paesi africani e in Bosnia.

Il report, coi dati aggiornati e le conclusioni dello studio accademico, è interamente disponibile sul sito di Conversation.