Chrystul Kizer nel giugno del 2018 ha detto basta e con due colpi di pistola alla testa ha ucciso l’uomo che avrebbe abusato di lei e di altre ragazze minorenni. Il corpo dell’uomo, Randy Volar, 34 anni, è stato poi dato alle fiamme tra le mura di casa, nel Wisconsin.
Secondo l’accusa si sarebbe trattato di un omicidio premeditato e, pertanto, è stato chiesto l’ergastolo per la ragazza, che all’epoca dei fatti aveva solo 17 anni.
Il fatto ha suscitato grande sconcerto, soprattutto dopo che le indagini hanno portato a galla un possibile traffico di donne. Il materiale trovato in casa di Volar ha dimostrato come Chrystul non fosse la sola ad essere caduta nella sua rete.
La fine di un incubo per la 17enne
Secondo quanto riportato dai giornali americani, l’incontro tra Chrystul e il suo aguzzino risaliva al 2016. Conosciuto su una piattaforma digitale, l’uomo si era mostrato molto gentile e generoso nei confronti della 17enne. A lei erano riservate attenzioni, complimenti e regali costosi. Ma nessuno fa niente per niente e di lì a poco Volar iniziò a pretendere prestazioni sessuali dalla giovane, in una crescente escalation di violenza. Di fronte alle domande degli agenti che le chiesero come mai non si fosse opposta, Chrystul rispose “perché era un adulto, e io no, così ho ascoltato”.
Nonostante questo, ad un certo punto il suo istinto di sopravvivenza ha prevalso e, di fronte all’ennesimo tentativo di abuso, non ha esitato e ha sparato a bruciapelo. L’orco che l’aveva fatta vivere in un incubo senza fine non avrebbe più potuto fare del male a nessuno.
Il processo e la richiesta di ergastolo
Una volta arrivata davanti al giudice, Chrystul è stata accusata di omicidio premeditato. Secondo l’accusa, la ragazza avrebbe pianificato l’omicidio con l’unico scopo di appropriarsi della BMW dell’uomo. Per questo motivo gli avvocati hanno chiesto una pena esemplare: l’ergastolo. Attualmente la 17enne attende la sentenza del processo in prigione, con una cauzione fissata a 1 milione di dollari.
Durante le indagini sono, però, emerse gravi prove contro l’uomo ucciso . Gli avvocati incaricati della difesa della ragazza hanno mostrato come l’hard disk di Volar fosse pieno di materiale pedo-pornografico. In più, anche altre ragazze minorenni avrebbero testimoniato di aver subito gli stessi abusi.
Infine, sembrerebbe che l’operato di Volar fosse già noto alle forze dell’ordine. Eppure, nessun procuratore aveva mai preso provvedimenti contro di lui.