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Salute: successo nel trattamento delle occlusioni coronariche croniche

Pubblicato: 29/12/2019 12:14

Negli ultimi anni, attraverso la procedura coronarica percutanea (PCI) nelle occlusioni coronariche croniche (CTO), sono stati raggiunti considerevoli risultati. Durante il convegno tenutosi a Napoli dal GISE (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) è stato illustrato come gli interventi svolti tramite suddetta procedura registrino un notevole successo nel 90% dei casi.

Necessarie più strumentazioni adeguate e maggiore formazione

Il Presidente del GISE Giuseppe Tarantini ha affermato che “la CTO-PCI si è evoluta nell’ultimo decennio e sta raggiungendo una fase di standardizzazione nella terminologia e nella pratica“. È opportuno precisare che il raggiungimento di risultati positivi dipende principalmente dal volume delle procedure del centro e dell’operatore.

Il presidente Tarantini ha inoltre aggiunto: “Parliamo dell’avanguardia dell’interventistica cardiovascolare complessa, ma l’elevata difficoltà tecnica, il timore di complicanze da parte di operatori meno esperti e l’assenza di strumentazioni adeguate in alcuni laboratori portano ad una grande variabilità nel numero delle CTO-PCI effettuate nelle 267 emodinamiche italiane“.

Necessario estendere l’utilizzo della procedura coronarica percutanea

A tale convegno, interamente dedicato alle CTO, hanno preso parte vari esperti di interventistica coronarica complessa italiana. Gli aspetti clinici e tecnico-procedurali delle ricanalizzazioni delle occlusioni coronariche croniche sono state esaminate dettagliatamente. L’obiettivo del GISE è quello di estendere ulteriormente la conoscenza e l’utilizzo di tale procedura in quanto, secondo lo stesso Tarantini, il trattamento dei pazienti con coronaropatia aterosclerotica deve essere affrontato in modo uniforme.

Bisogna seguire una stessa metodologia e soprattutto fare in modo da evitare che la scelta terapeutica possa essere condizionata dalla disponibilità o meno dei materiali e di un esperto in CTO. Tutto ciò risulta essere necessario per evitare di costringere il paziente a seguire una terapia medica inefficace solo perché un operatore o un centro non dispongono degli strumenti adeguati o sono sprovvisti della preparazione necessaria per offrire una corretta procedura di rivascolarizzazione percutanea.

Nasce la figura dell’Incoming President

Durante il congresso GISE-CTO, inoltre, si è tenuto il Consiglio Direttivo della Società Scientifica ed è stata introdotta la figura dell’Incoming President. Il suo compito è quello di affiancare il presidente in carica per un anno, per poi subentrare l’anno successivo, quando si sarà concluso il mandato del presidente eletto.

Per ricoprire suddetta carica il Consiglio Direttivo ha nominato all’unanimità il prof. Giovanni Esposito, responsabile del Programma di Cardiologia Interventistica Cardiovascolare e Strutturale presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. Il prof. Esposito, ringraziando il Direttivo per la fiducia riposta nella sua persona, ha sottolineato l’impegno del GISE nel rappresentare un modello di innovazione al servizio dei pazienti, delle istituzioni e delle nuove generazioni di cardiologi interventisti.

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