Vai al contenuto

Foggia, bomba contro centro per anziani: il bersaglio è un testimone antimafia

Pubblicato: 16/01/2020 08:14

All’alba di questa mattina un’ordigno è esploso all’ingresso di un centro per anziani, a Foggia. Le fonti riportano che non ci sono né morti né feriti, che in quel momento all’interno della struttura era presente solo un’addetta delle pulizie, uscita illesa. Viene inoltre riportato che l’attentato aveva un bersaglio preciso.

La bomba esplosa all’alba a Foggia

Una forte esplosione, all’alba. Foggia questa mattina si è svegliata con un attentato contro “Il Sorriso di Stefano“, centro sociale polivalente per persone anziane autosufficienti. Un testimone ad Adnkronos ha riferito il preciso orario dello scoppio e come è stato vissuto: “L’esplosione è stata fortissima. Erano le cinque e quarantacinque del mattino. Hanno tremato tutti i vetri, ho pensato subito a una bomba“.
All’interno della struttura, le fonti riportano che in quel momento era presente solo un’addetta alle pulizie, soccorsa dal 118 dopo lo scoppio della bomba ma rimasta illesa. L’ordigno era posizionato fuori dal centro e ha così provocato danni “solo” alla facciata, all’insegna e ad alcune macchine parcheggiate in zona.

Il bersaglio è un testimone antimafia

La notizia della bomba scoppiata a Foggia si aggrava del fatto che si conoscerebbe già il bersaglio di tale gesto. Fonti locali riportano infatti che in quella struttura lavora Cristian Vigilante, testimone della Dda in un processo contro la mafia foggiana. Dirigente del centro per anziani, è anche fratello del titolare della cooperativa “Sanità più“, Luca Vigilante.
Se si può già indicare con sicurezza che sia lui il bersaglio dell’attentato, è perché contro Cristian Vigilante era già stata fatta esplodere una bomba, poche settimane fa.

L’altro attentato a Cristian Vigilante

Le fonti riportano infatti che il 3 gennaio 2020 un ordigno è esploso vicino al Range Rover di Cristian Vigilante. Il suo nome era emerso a seguito dell’inchiesta Decima Azione, che ha portato in manette 30 persone appartenenti ai clan mafiosi Sinesi-Francavilla e Moretti-Pellegrino. Da qui, la prima ritorsione contro Vigilante, che in quel momento stava uscendo di casa assieme alla figlia: se questa non avesse riportato un malore, per i due sarebbe potuta finire molto peggio.

TGCom24 ha riportato una dichiarazione dello stesso Vigilante, una volta arrivato al centro per anziani dove è scoppiata la bomba. “È chiaro che questo è un seguito alla bomba della scorsa volta“, le sue parole.

Ultimo Aggiornamento: 16/01/2020 08:34