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Da quest’anno l’Inps potrà accedere al conto corrente di chi richiede prestazioni sociali

Pubblicato: 16/01/2020 15:42

Una notizia passata un po’ sottotraccia, ma molto importante per chi ha presentato l’Isee, l’Indicatore di Situazione Economica Equivalente, per accedere a una prestazione sociale. Dal 1 gennaio 2020 infatti l’Inps può accede ai vostri conti correnti per controllare saldo e giacenze.

La novità nel controllo del patrimonio

In una nota del 13 gennaio 2020, consultabile sul sito dell’Inps, si chiarisce che “a decorrere dal 1° gennaio 2020, il controllo del patrimonio mobiliare sia per la DSU – la Dichiarazione Sostitutiva Unica – non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti”.

Istituto Nazionale di Previdenza Sociale specifica poi che “sui dati autodichiarati relativi al patrimonio mobiliare viene effettuato un controllo automatico, sulla base dei dati contenuti nell’Archivio dei rapporti gestito dall’Agenzia delle Entrate“.

Chi vorrà, quindi, fare richiesta per le prestazioni sociali, come l’assegno di maternità o al nucleo familiare, il Bonus Bebè o i contributi per i servizi dell’infanzia (solo per fare degli esempi), dovrà aspettarsi in automatico un controllo capillare da parte del Fisco.

Cosa fare in caso di dati incorretti

Nel caso in cui i dati forniti differiscano da quelli rilevati, il richiedente potrà comunque inoltrare la domanda presentando una nuova documentazione bancaria conforme all’analisi del Fisco. L’eventuale discrepanza comparirà in ogni caso tra le annotazione dell’Isee.

In questo caso sono diverse le possibilità che si presentano al richiedente. È possibile, banalmente, presentare una Dsu rettificata. Nel caso in cui non ci risultasse alcuna discrepanza sono due le strade percorribili: inoltrare l’Isee allegando la documentazione che dimostra la propria correttezza oppure chiedere la rettifica al Caf.

Questo nuovo metodo di analisi si discosta solo in parte dal precedente. Fino al 2019 infatti il controllo avveniva solo sulla numerosità dei rapporti finanziari, ovvero l’Inps, insieme all’Anagrafe Tributaria, verificava la presenza effettiva dei rapporti finanziari indicati dal richiedente.