Alba Parietti contro Tinto Brass: è la sintesi di una lite finita a parolacce, con riflessi importanti anche nel rapporto tra la showgirl e il suo manager. È stata lei stessa a ripercorrere via Instagram quell’episodio, frutto di una clamorosa rinuncia professionale ed economica. Oggi difende quella scelta: “Ho fatto bene“.
Alba Parietti contro Tinto Brass
Non tutti conoscono la pagina professionale di Alba Parietti che la vide rifiutare il ruolo di protagonista nel film Così fan tutte, di Tinto Brass, poi affidato a Claudia Koll.
Si trattò di una decisione, secondo quanto dichiarato sui social dalla showgirl, che avrebbe aperto a uno scontro anche con il suo manager dell’epoca che “considerava Tinto un genio. Forse sì, ma non sulla mia pelle …e non in quel contesto (pensai)“.
L’affondo della Parietti in quella parentesi del suo percorso prosegue: “Mi proposero (e fu un’altra incredibile rinuncia mia, sul piano economico, oltre un miliardo e duecentomila più le percentuali, delle vecchie lire) per fare ‘Così fan tutte’ prima e un’altra proposta dopo. Rinunciai“.
A detta di Alba Parietti, il regista avrebbe avuto in mente un’idea completamente opposta alla sua in merito al ruolo sul set: “Ogni volta che lo incontravo capivo che non voleva fare di me un’attrice ma semmai dare sfogo al suo bisogno di trasformare l’erotismo in volgarità“.
“Mi proponeva sceneggiature abominevoli”
Tra le righe del post che la showgirl ha condiviso sul suo Instagram c’è spazio anche cosa l’ha spinta verso il gran rifiuto: “Il mio senso del pudore e mio figlio mi avrebbero impedito scene così esplicite“.
Alba Parietti dichiara che Brass le avrebbe proposto “sceneggiature abominevoli” e “inquadrature volgari solo a raccontarle“. Progetti che si sarebbero puntualmente conclusi con litigi “imbarazzanti”.
L’era de Il Macellaio
Più tardi, avrebbe accettato di ricoprire il ruolo di protagonista sul set de Il Macellaio, del regista Aurelio Grimaldi. Un film che non ha avuto successo, come noto, e secondo la Parietti per un preciso motivo.
“Perché l’erotismo (di Grimaldi, ndr) non era mai spinto e mai volgare, non era il film che tanti speravano e nonostante 17 minuti di amplesso, non apparivo mai in atteggiamenti veramente volgari nonostante il nudo“. La conclusione del suo sfogo non offre margini all’ipotesi di un pentimento: “Ho preso a parolacce Tinto? Ho fatto bene…“.