Vai al contenuto

Napoli, corruzione e favori ai clan: 5 carabinieri arrestati e 3 sospesi

Pubblicato: 28/01/2020 00:00

Corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio: sarebbero queste le accuse contestate, a vario titolo, a 8 carabinieri di Sant’Antimo, all’esito delle indagini – coordinate dalla Dda di Napoli e condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna – sfociate nell’emissione delle misure cautelari. 5 militari ai domiciliari e 3 sospesi dal servizio: secondo gli inquirenti avrebbero operato in una rete di connivenze con la criminalità organizzata, favorendo la camorra.

Corruzione: militari arrestati e sospesi

Sarebbero 5 i carabinieri arrestati e 3 i sospesi a Sant’Antimo, in seguito alle indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e coordinate dalla Dda su un presunto giro di favori ai clan di camorra.

I militari, tra cui un maresciallo e un capitano, sarebbero accusati, a vario titolo, di corruzione, omissione di atti d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio. Il gip di Napoli avrebbe disposto le misure cautelari a loro carico, come rivela Ansa (secondo cui le sospensioni, per 3 degli 8 indagati, sarebbero della durata di 1 anno).

Le indagini scattate nel 2017

A dare un impulso decisivo alle indagini, scattate nel 2017, sarebbero state le rivelazioni di 2 pentiti, poi arrivate a un concreto riscontro in sede investigativa.

Il quadro emerso a carico dei militari sarebbe fitto di gravi elementi: secondo gli inquirenti sarebbero stati al soldo di alcuni clan della zona, in particolare di quello dei Puca.

Un’ulteriore spinta sarebbe arrivata da quanto emerso nell’ambito degli accertamenti su un atto intimidatorio ai danni di un altro militare, in servizio presso la stessa tenenza e, secondo l’inchiesta, ritenuto ‘fastidioso’ per la sua attività di contrasto alla criminalità organizzata.

Ai domiciliari, secondo quanto riportato dal Tgr, sarebbe finito anche l’ex presidente del Consiglio comunale di Sant’Antimo. Per tutti gli indagati sarebbe esclusa l’aggravante mafiosa, chiesta invece dalla Procura che ora avrebbe annunciato appello.

Ai giornalisti, il comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, Canio Giuseppe La Gala, ha affidato un commento in relazione agli arresti: “Grazie agli anticorpi dell’Arma siamo riusciti a fare luce su queste infedeltà. (…) Queste attività non possono in ogni caso mettere in discussione l’intensa attività svolta dall’arma per contrastare la criminalità organizzata“.