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Prato, presunti abusi sessuali su minori: indagati 9 religiosi

Pubblicato: 29/01/2020 11:17

Presunti abusi sessuali su minori: è questa la cornice di un’inchiesta che, secondo quanto riportato da La Nazione, vedrebbe indagati 9 religiosi (tra cui 5 sacerdoti e un frate). Il quotidiano indica che l’ipotesi sul tavolo della Procura di Prato sarebbe quella di violenze condotte ai danni di 2 fratelli, minorenni all’epoca dei fatti. Al centro delle indagini sarebbe finita una comunità recentemente sottoposta a scioglimento e soppressa dal Vaticano.

9 religiosi indagati per presunti abusi su minori

Sarebbero 9 i religiosi indagati nell’ambito di un’inchiesta su presunti abusi sessuali nei confronti di 2 fratelli, minorenni all’epoca dei fatti, che, secondo La Nazione, sarebbero attualmente contestati dalla Procura di Prato.

Nel fuoco delle indagini, tra le persone iscritte nel registro notizie di reato, sarebbero finiti 5 sacerdoti e un frate. Le violenze si sarebbero consumate tra le mura di una comunità religiosa recentemente oggetto di decreto di scioglimento da parte della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata della Santa Sede.

Quest’ultimo provvedimento, reso noto dalla Diocesi di Prato nel dicembre scorso e con effetto immediato, nell’architettura di criticità indicate tra le motivazioni indica “forti perplessità sullo stile di governo del fondatore e sulla sua idoneità nel ricoprire tale ruolo“.

L’inchiesta sulle presunte violenze

L’inchiesta sarebbe scattata su impulso di alcune dichiarazioni delle presunte vittime e di altre persone, il cui contributo si sarebbe rivelato utile a delineare un quadro di ipotesi forte e articolato.

Uno dei 2 fratelli avrebbe subito abusi tra il 2008 e il 2016, l’altro in un periodo che andrebbe dal 2009 al 2012. Allo stato attuale, riporta Adnkronos, oltre quanto emerso non sarebbero ancora esclusi eventuali altri episodi, vittime e presunti responsabili ancora fuori dall’orizzonte investigativo.

Sempre l’agenzia di stampa riporta una nota del vescovo di Prato, Giovanni Nerbini, che avrebbe espresso la massima fiducia nel lavoro della magistratura al fine di arrivare alla verità e all’accertamento di eventuali responsabilità.