Dalla provincia di Treviso arriva una tragica storia: una bambina di 10 anni, è morta per una rara complicanza di una comune forma di influenza, che l’ha colpita duramente e in pochi giorni le è costata la vita. Invano il soccorso dell’ospedale, che pure si era attivato notte e giorno per salvare la bambina.
La febbre a 41, poi il drastico peggioramento
Quella della piccola Emma è una di quelle tragedia difficili da accettare, improvvise, che lasciano un segno non solo nei familiari coinvolti ma anche in chi si occupa del caso. A raccontare la vicenda a The Social Post è il dottor Roberto Rigoli, direttore dell’unità di Microbiologia dell’ospedale di Treviso. La piccola Emma ha iniziato a sentirsi male sabato mattina, con picchi di febbre fino a 41. Da lì l’immediato trasferimento in ospedale di Treviso, dove Emma è arrivata già in condizioni critiche. La causa delle sue condizioni era “una complicanza ad una infezione di influenza di tipo B“. Un virus comune, che come conferma il dott. Rigoli colpisce milioni di persone, ma che in Emma ha causato una “encefalopatia acuta e necrotizzante acuta“. Per far capire la rarità della condizione, specifica il dottore, in letteratura medica ne sono riportati solo 100 casi. nella storia. Rivedere di persona un caso del genere è praticamente difficile, conferma il dottore.
I tentativi dei medici per salvarla
Tale patologia “insorge tra le 12 e le 72 ore dalla comparsa della malattia” ed ha un tasso di mortalità altissimo. Chi sopravvive presenta “deficit molto importanti” nel sistema nervoso centrale.
Per questo motivo, già all’arrivo di Emma le condizioni erano critiche. Come raccontato dal dottor Rigoli a The Social Post, “in questi casi si fa una terapia antivirale, antibiotica e del cortisone“, ma “purtroppo questo tipo di patologia non viene bloccato da questa terapia“. Invani quindi i tentativi di salvarla, nonostante tutti gli esami siano stati effettuati nottetempo.
Dalla risonanza, “è stata evidente l’ischemia a livello cerebrale“. In quel momento però la piccola Emma però era già in coma e da lì il declino è stato rapido, fino alla tragica morte.
La reazione dell’ospedale di Treviso
Una morte come quella di Emma, come detto, è difficile da spiegare, specie di fronte ad una rarità del genere. La sua breve ma intensa storia a contatto con l’ospedale, ha commosso anche i medici e personale ospedaliero. Così il dottor Rigoli: “È stata una tragedia per la famiglia ma anche per noi medici. È stata una sconfitta enorme: si corre per salvare la vita ad una bambina e nel giro di poche ore viene tolta questa speranza anche a noi“.