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Bimbo di 11 mesi bruciato vivo dai nonni perché piangeva troppo

Pubblicato: 03/02/2020 10:16

La terrificante storia arriva dalla Russia, dove una coppia di nonni è stata condannato per l’omicidio del nipote. Mentre era sotto le cure sue e della nonna, hanno prima tentato di soffocarlo, quindi il bimbo di 11 mesi è stato buttato nella stufa mentre era ancora vivo. L’uomo è stato condannato a 15 anni di carcere, la moglie invece a 9.

Ucciso perché piangeva troppo

Sono molti gli aspetti della vicenda che la rendono tra le più cruente e orrifiche sentite. È morto un bambino e ad ucciderlo sono stati i nonni, per motivi così futili da essere quasi incredibili.
La cronaca arriva da Kharoy, villaggio della Russia a quasi 500km dal confine con la Mongolia, e da qui ha fatto il giro del mondo. Nei giorni scorsi, è arrivata la sentenza per Alexander Miyagashev, nonno di Maxim Sagalakov, bimbo di 11 mesi ucciso perché piangeva troppo. Le fonti estere hanno riportato la ricostruzione avvenuta nel processo, che ha portato alla condanna del nonno e della nonna.

Prima soffocato, poi bruciato nella stufa

I fatti risalgono a circa un anno fa: il nonno e la moglie 43enne Zhanna Miyagasheva stavano badando al nipote. La nonna tuttavia si sarebbe stufata del suo continuo pianto e, ubriaca, avrebbe iniziato a soffocare il piccolo Maxim fin quando non è stato zitto. A quel punto, il nonno Alexander lo avrebbe preso e messo nella stufa, dove il bambino è stato incenerito.
A scoprire l’orrore è stata la stessa madre, Viktoria Sagalakova (21 anni), al suo rientro in casa.

Era ancora vivo quando è stato messo nella stufa

Nel racconto del processo che ha acclarato i fatti, le fonti estere riportano anche i risultati delle analisi forensi presentate in aula dall’accusa. Queste, hanno evidenziato che la causa della morte del bambino è stata il “100% di ustioni sul corpo” e dall’avvelenamento da monossido di carbonio.
Il bambino, quindi, era ancora vivo quando è stato messo nella stufa. Il giudice Viktor Galimov ha infatti sentenziato che “gli esperti hanno chiarito che prima di essere messo nella stufa il bambino aveva ancora battito cardiaco“. Alcuni testimoni inoltre avrebbero riferito che il nonno aveva già bruciato cani e gatti, ma nessuno si aspettava un gesto così estremo.

Nonno e nonna si accusano a vicenda

Entrambi condannati, il nonno e la nonna si accusano a vicenda per la morte del nipote. La donna afferma che in quel momento stava dormendo, ma anche l’uomo nega l’omicidio. “Ho fumato, sono andato a dormire, poi in bagno. Lei mi ha detto: ‘ho ucciso nostro nipote‘”, le parole riportate da numerose fonti estere.
Alexander Miyagashev e la moglie sono condannati rispettivamente a 15 e 9 anni di carcere, ma le fonti riportano che la madre Viktoria Sagalakova ricorrerà in appello.