Sono passati 14 anni dalla tragica morte di Jennifer Zacconi, 22enne brutalmente massacrata dal compagno quando era incinta al nono mese. L’uomo l’ha picchiata e sepolta viva ed è stato condannato a 30 anni di reclusione. Per i parenti, tuttavia, un altro duro colpo: i giudici hanno negato il risarcimento economico alla famiglia per la morte di Jennifer.
Un brutale omicidio del 2006
La storia di Jennifer Zacconi è brutale, una di quelle che si tenderebbe a dimenticare, non fosse che la storia stessa tende a riproporla e far venire nuovamente a galla gli orrori vissuti da una giovane 22enne.
Nella notte tra il 29 e il 30 aprile 2006, Jennifer è stata uccisa da Lucio Niero, l’allora compagno. Uccisa, tuttavia è riduttivo: il comune di Olmo di Martellago fu sconvolto dalla brutalità della vicenda. Dopo un litigio, Niero picchiò selvaggiamente la compagna incinta di 9 mesi, arrivando a romperle la spina dorsale, calpestarla e quindi seppellirla viva.
L’uomo è stato condannato per omicidio volontario (non duplice, tuttavia), occultamento di cadavere. Per la morte di Jennifer sta scontando una pena a 30 anni di carcere.
Negato il risarcimento alla famiglia
Se si torna a parlare della triste vicenda di Jennifer Zacconi, tuttavia, è per un ulteriore risvolto. Non si tratta di un altro permesso premio all’assassino Lucio Niero, ma dell’esito del processo per il risarcimento alla famiglia di Jennifer.
Dal 2004, infatti, esiste una direttiva europea in favore delle vittime di reati violenti commessi negli Stati dell’Unione. Tuttavia, numerose fonti riportano che i giudici della Corte d’Appello di Roma avrebbero negato questi 80mila euro alla famiglia della giovane uccisa. Nonno e madre, quindi non riceveranno nulla dallo Stato.
Al momento non si conoscono le ragioni per cui la morte di Jennifer Zacconi non rientri nei casi in cui è concesso il risarcimento della Presidenza del Consiglio. Un’ulteriore beffa per una famiglia che convive da 14 anni col dolore, ora acuito da questo senso di tardiva ingiustizia.