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L’avvocato dei Regeni: “Gli aguzzini di Patrick sono gli stessi di Giulio”

Pubblicato: 10/02/2020 15:35

Sale la preoccupazione per l’arresto di Patrick Zaky, lo studente dell’Università di Bologna arrestato al Cairo nella notte tra giovedì e venerdì scorso.

La preoccupazione di Lofty, avvocato dei Regeni

Patrick è stato arrestato per i suoi studi in Italia. Chissà che paranoia si sono costruiti”. Inizia così l’intervista di Repubblica a Mohamed Lofty, l’avvocato egiziano della famiglia Regeni che sta seguendo anche il caso di Patrick Zaky.

Lofty è direttore esecutivo della Egyptian Commission for Rights and Freedoms (ECRF), un’organizzazione che si occupa di diritti umani, ed è “in contatto continuo con l’Egyptian Initiative for Personal Rights, l’organizzazione di Patrick”.

L’avvocato ha confermato che il fermo del ragazzo rientra in una dinamica che in Egitto “conosciamo bene: arresti strumentali, torture nella speranza di sapere cose che invece quei ragazzi non conoscono. Perché non c’è niente da sapere”.

“Patrick arrestato dalle stesse persone che hanno preso Giulio”

Secondo Lofty, Patrick è stato prelevato dalla “Sicurezza Nazionale, il servizio segreto civile coinvolto le sequestro, nella tortura e nell’omicidio di Giulio Regeni. Cinque loro ufficiali sono indagati per questo dalla procura di Roma”. E a togliere i dubbi sulle modalità di detenzione di Patrick Zaky ci ha pensato la sorella, Marise George. “Patrick è stato picchiato e torturato per ore con i cavi elettrici” ha affermato la donna, rivelando di aver avuto queste notizie dall’avvocato di suo fratello.

Ha bisogno dell’aiuto dell’Italia per tornare libero” ha aggiunto Marise, che chiede a gran voce l’intervento del governo per scongiurare un altro caso Regeni. E proprio i ministeri coinvolti, cioè quello degli Esteri e quello dell’Università, si sono subito attivati, insieme a organizzazioni internazionali come Amnesty International, per capire come muoversi per risolvere al più presto la vicenda e scongiurare il rischio di torture.

Patrick e Giulio, elementi in comune nell’arresto

La procura egiziana ha ordinato per lo studente una custodia cautelare iniziale di quindici giorni, in seguito alle accuse che vanno dall’incitamento alle proteste alla diffusione di notizie falsi atte a danneggiare lo Stato. Per l’avvocato Lofty però, i veri motivi che stanno dietro l’arresto sono da ricercare altrove: “Patrick e Giulio sono studenti in un paese in cui la cultura fa molta paura. Sono vittime di paranoie, le stesse paranoie che rendono il nostro Paese non democratico”.

In conclusione, Mohamed Lofty ha espresso tutta la sua preoccupazione per il disinteresse della comunità internazionale: “Francamente vedo troppa indifferenza da parte dei governi italiani e dell’Europa. La procura di Roma sta lavorando benissimo […] ma la politica mi pare sia rimasta molti passi indietro. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha accolto Al Sisi in un vertice a Palermo come se non fosse accaduto nulla. Avete rimandato il vostro ambasciatore per ottenere giustizia e verità per Giulio. Non mi pare che sia arrivata”.