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Passa il referendum in Svizzera, la norma anti-omofobia diventa legge

Pubblicato: 10/02/2020 19:31

Con il 63,1% di voti a favore, la Svizzera ha approvato l’estensione della norma antirazzismo che andrà a occuparsi di tutte le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Da ieri, in Svizzera, l’omofobia è reato.

Il dibattito contro l’omofobia avviato nel 2013

Il dibattito parlamentare per la lotta alla discriminazione sessuale era iniziato nel 2013 grazie all’iniziativa del consigliere nazionale socialista vallesano Mathias Reynard. La legge, approvata nel 2018, è passata ora al vaglio dei cittadini, chiamati a decidere su un allargamento del raggio d’azione della norma, che introduce esplicitamente nel Codice Penale il divieto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale.

La comunità LGBT otterrà quindi maggiore protezione dagli insulti e dagli attacchi pubblici al loro orientamento sessuale. Una norma che non si applica in ambito familiare né tra gruppi di amici, ma le attività e i servizi pubblici non potranno rifiutare l’accesso di qualcuno per il suo orientamento sessuale.

I pareri su una norma molto contestata

Una norma contestata da conservatori e populisti, che parlano di “censura” e di “attentato alla libertà di espressione e di coscienza”, temendo che la nuova legge possa diventare una scusante per sentenze motivate politicamente. L’UDC (Unione Democratica di Centro) ha assicurato che osserverà criticamente l’attuazione del disegno di legge.

Invece il presidente dell’UDF (Unione Democratica Federale), Hans Moser, ha espresso la volontà del partito di continuare a “rappresentare i valori cristiani”, opponendosi al matrimonio per tutti e all’adozione per le coppie omosessuali, due tra le prossime norme al vaglio della discussione parlamentare.

Il secondo quesito del referendum

Il referendum presentava un secondo tema, un’iniziativa popolare che puntava a “Più abitazioni a prezzi accessibili”. Il testo, promosso dall’Associazione degli inquilini, è stato respinto da oltre il 57% dei votanti. Anche qui le polemiche non sono mancate: secondo Natalie Imboden, segretaria generale dell’ASI, gli oppositori hanno utilizzato argomenti faziosi per opporsi alla proposta, mentre per il comitato contrario il risultato si è dimostrato “una prova di fiducia per il mercato immobiliare svizzero”.

Il Consiglio Federale è comunque soddisfatto per i risultati pervenuti. Il consigliere Guy Parmelin, membro dell’UDC, ha promesso un’analisi della situazione per intervenire nelle aree in cui si riscontrano difficoltà nel trovare un’abitazione.

La consigliere Karin Keller-Sutter invece, membro del Partito Liberale Radicale, ha annunciato la possibile entrata in vigore delle disposizioni contro l’omofobia già a luglio. La consigliera federale ha assicurato che ci sarà il massimo sforzo per evitare qualsiasi limitazione alla libertà di opinione.