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“Traffico di rifiuti in plastica tra Italia e Malesia”: la denuncia di Greenpeace

Pubblicato: 10/02/2020 11:00

Che fine fa la tua plastica?“: è a domanda a cui un’indagine di Greenpeace Italia ha provato a dare una risposta, andando a documentare la situazione di presunte discariche illegali in Malesia. Siti che, secondo quanto denunciato dall’associazione ambientalista, sarebbero disposti ad accogliere in modo del tutto illecito i rifiuti provenienti dall’Italia. Si parla di circa 1.300 tonnellate, tra quelle prodotte nei primi 9 mesi del 2019, trasferite e depositate in siti che non seguirebbero un piano di trattamento e riciclaggio autorizzato.

La denuncia di Greenpeace

L’unità investigativa di Greenpeace Italia sulle tracce del traffico internazionale di rifiuti in plastica tra Italia e Malesia: l’associazione ha prodotto un’indagine su ciò che si verificherebbe all’ombra del trattamento legale di materiali trasferiti dal nostro Paese all’estero, precisamente in alcune discariche malesi che sarebbero del tutto prive di autorizzazioni.

Invece di essere riciclata, la plastica finisce abbandonata dall’altra parte del mondo, senza alcuna sicurezza per l’ambiente e la salute umana“. La denuncia in un video diffuso da Greenpeace su Facebook, per accendere un faro sugli esiti sconosciuti della raccolta differenziata.

Secondo quanto rilevato dall’associazione, quasi il 50% della plastica italiana spedita in Malesia, nei primi mesi del 2019, sarebbe finita illegalmente in alcune aziende prive di autorizzazioni. Una situazione di illegalità che sarebbe estesa a tutto il territorio malese. Su un totale di 65 spedizioni dirette, 43 sarebbero state inviate a impianti fuori controllo.

Occhi puntati sul riciclo della plastica

Non tutta la plastica che buttiamo viene riciclata, ma in grandi quantità è spedita all’estero“, precisa l’associazione. Nel 2019, la Malesia si è posizionata al 2° posto nella classifica dei Paesi extra-Ue per import di plastica dall’Italia.

Secondo l’indagine di Greenpeace, che ha visionato documenti forniti dal governo di Kuala Lumpur, in Malesia le aziende ufficialmente riconosciute idonee per l’importazione e il trattamento dei rifiuti in plastica in arrivo dall’estero sarebbero 68. Per l’associazione, però, non sarebbero le uniche a fare affari con l’Italia.

Il business intorno al riciclo della plastica sarebbe così redditizio da costituire un ghiotto boccone per imprese disposte ad agire sempre più spesso secondo condotte illegali.

Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, ha sottolineato la necessità di un immediato intervento contro l’emergenza: “È stata consegnata alle autorità competenti tutta la documentazione delle indagini. Quello che abbiamo scoperto non è accettabile e conferma, ancora una volta, quanto il riciclo non può essere considerato come una soluzione per il problema dell’inquinamento da plastica. il governo si assuma le responsabilità e intervenga per bloccare il traffico illecito di rifiuti“.