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Amelia Earhart: il mistero dell’aviatrice scomparsa 80 anni fa

Pubblicato: 13/02/2020 00:04

Amelia Earhart, la grande aviatrice, è uno dei personaggi più amati al mondo. Credeva nel suo sogno e ancora oggi la sua storia è un grande esempio di coraggio come dimostrano le sue parole: “Sono convinta che uomini e donne siano in grado di raggiungere tutto ciò che desiderano”.

La mirabolante vita di Amelia Earhart si è conclusa con un misterioso incidente a largo delle coste del Giappone nel 1937, per anni si è tentato di tutto per trovarla ma non è stato possibile, finché dall’Università del Tennessee, un docente ha dichiarato di averne identificato definitivamente i resti.

Il coraggio di un’avventuriera

Amelia, a quasi 40 anni, era intenzionata a superare i limiti decidendo di circumnavigare la superficie aerea del globo. Il suo coraggio è stato di esempio per molti ed è per questo che, nonostante sia scomparsa, è ancora ricordata da molti. Nel caso non fosse tornata dal suo primo volo transatlantico, nella lettera per la sorella Muriel, ha scritto: “Ho fissato una posta molto alta e se ce la farò ne sarò felice, se fallirò sarà comunque splendido andarmene durante una simile avventura.

Una passione per il volo

Il nome di Amelia Earhart è conosciuto in tutto il mondo, nata il 24 luglio del 1897 in Kansas, nella casa dei nonni, fin da giovanissima ha mostrato una grande passione per gli aerei e l’aviazione. Il primo giro in aereo risale al 1920, quando durante una fiera, pagando un dollaro fece il suo primo giro turistico. L’esperienza l’ha segnata al punto da voler imparare lei stessa a volare e da allora inizia la sua lunga carriera.

La scomparsa di Amelia Earhart

Nel 1936, dopo anni di studi, inizia a pianificare il suo più grande progetto, quello del giro del mondo in aereo, un volo di 47mila km lungo la rotta equatoriale. Dopo due tentativi andati a male, il 2 luglio 1937 Amelia Earhart e il suo copilota Fred Noonan partono da Lae, arrivati nei pressi delle isole di Nukumanu si è perso ogni contatto con l’aereo e da allora le sorti della Earhart e di Noonan sono state avvolte nel mistero.

Le teorie sulla morte

Tante le teorie sulla morte di Earhart e Noonan, tra le ipotesi di annegamento e morte a seguito dello schianto, negli anni è spuntata una teoria che ha visto Amelia Earhart essere catturata ancora viva dai giapponesi e tenuta in prigionia fino alla morte, avvenuta secondo le ipotesi o a seguito di condanna a morte per spionaggio o per malattia.

Questa versione non ha mai trovato riscontri ufficiali, nonostante alcune “prove” come delle foto che ritrarrebbero la Earhart dopo la presunta data di morte. Quello che però ha appassionato i più, è stata la questione dei resti e dei vari ritrovamenti nel corso degli anni.

La ricerca dei resti di Amelia Earhart

Per anni si è parlato di presunti ritrovamenti tanto dei resti dell’aviatrice quanto di quelli dell’aereo. Il ritrovamento di quest’ultimo risale al 2012, quando un corrispondente dell’agenzia stampa di Reuters ha riferito che un pool di ricercatori facenti parte del Gruppo internazionale per il recupero di veicoli storici, affermava di aver trovato i resti del velivolo nelle acque antistanti l’isola Nikumaroro, stato di Kiribati.

Il ritrovamento delle ossa

Il ritrovamento delle ossa è una questione controversa che risale al 1940, quando l’ufficiale e pilota britannico Gerald Gallagher riportò ai suoi ufficiali di aver ritrovato delle ossa sotto un albero nella zona sud-est dell’isola di Nikumaroro, oltre lo scheletro c’era anche una scatola contenente un sestante.

Nel 1941 i resti umani sono stati portati alle Fiji dove furono eseguiti degli esami che identificarono le ossa come quelle di un uomo ma, circa 50 anni dopo, nel 1998 un nuovo studio confermò che si trattava in realtà delle ossa di una donna. I resti poi scomparvero nel nulla per diventare di nuovo oggetto di studio nel 2018, anno in cui gli studiosi sono convinti di essere arrivati ad un epilogo della vicenda.

I test hanno dato la conferma

È stato l’anno in cui il professor Richard Jantz, della University of Tennessee, ha ufficialmente confermato che le 13 ossa trovate nel 1940 nell’isola di Nikumaroro, nell’Oceano Pacifico, appartengono proprio ad Amelia Earhart

Lo studio dell’antropologo forense si è basato su una comparazione tra i resti rinvenuti e la struttura fisica di Amelia Earhart, secondo il professor Jantz, la somiglianza era al 99%. Sull’errore di identificazione, l’antropologo ha spiegato che all’epoca, il 1941, lo studio delle ossa non era ancora una disciplina ben sviluppata e i metodi per determinare il sesso erano inadeguati rispetto alle tecniche moderne.

La tecnologia per identificare il sesso

Il professor Jantz ha sviluppato un programma per computer che stimava il sesso usando misure scheletriche. Ha confrontato le lunghezze delle ossa con le misure della Earhart e ha scoperto che le ossa della pilota scomparsa erano “più simili alle ossa di Nikumaroro rispetto al 99% degli individui in un ampio campione di riferimento”. Il professore ha così scritto: “Nel caso delle ossa di Nikumaroro, l’unica persona documentata a cui possono appartenere è Amelia Earhart.

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2020 16:25