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Ruby ter, Il pm chiede 4 anni e 2 mesi per Silvio Berlusconi

Pubblicato: 14/02/2020 14:45

Nell’ambito del processo “Ruby Ter” il PM di Siena, Valentina Magnini, ha chiesto 4 anni e 2 mesi di reclusione per l’ex premier Silvio Berlusconi.

Le accuse nei confronti di Berlusconi

La richiesta dell’accusa riguarda il tentativo di corruzione in atti giudiziari. Nello specifico, per l’accusa Berlusconi avrebbe pagato un teste, il pianista senese Danilo Mariani, in cambio di una falsa testimonianza nel corso del processo sul caso delle “Olgettine”. Anche per il pianista il pm ha chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione, sia per il reato di corruzione in atti giudiziari che per quello di falsa testimonianza.

Il processo è attualmente diviso tra diverse Procure. Quello in corso a Siena non è altro che uno dei capitoli che compongono l’inchiesta che punta a fare chiarezza sui rapporti del Cavaliere con l’allora minorenne Ruby, all’anagrafe Karima El Mahroug, e sul reclutamento di altre ragazze che partecipavano alle feste e alle “cene eleganti” nella villa di Berlusconi ad Arcore.

Le indagini senesi sul tentativo di corruzione

L’inchiesta di Siena si occupa dei tentativi di Berlusconi di corrompere i vari testimoni interpellati durante i processi. Lo spacchettamento del processo principale, attualmente in corso a Milano, è avvenuto nell’aprile 2016 su disposizione sul Gup di Milano, che ha trasferito gli atti ad altre sei Procure per competenza territoriale: Torino, Pescara, Treviso, Roma, Monza e Siena.

Il 12 settembre dello scorso anno il tribunale aveva respinto la richiesta della procura di ascoltare le testimonianze di altre cinque ragazze che avevano preso parte alle feste (tra le quali Imane Fadil, morta lo scorso marzo). Il collegio aveva però respinto la richiesta, ritenuta “non necessaria, avendo già testimoniato in altri processi con sentenze passate in giudicato ”.

In quella stessa udienza ha testimoniato anche il commercialista Andrea Pierini che, in difesa di Berlusconi, ha dichiarato che i bonifici effettuati a Mariani (circa 170mila euro in tre anni, dal 2011 al 2013) erano dovuti a prestazioni professionali del musicista e, in quanto tali, portati a tassazione come proventi da lavoro. Si attendono ora le arringhe dei difensori dell’ex presidente del Consiglio, gli avvocati Federico Cecconi ed Enrico De Martino.

Il processo è stato aggiornato al 21 maggio, quando ci sarà la discussione della difesa di Mariani, dopo la quale il collegio si ritirerà in camera di consiglio per emettere la sentenza.