Il coronavirus ha contagiato 1577 persone in Italia, come conferma Angelo Borrelli nella conferenza stampa serale sugli aggiornamenti della Protezione Civile. Giovanni Rezza, dell’Istituto Superiore di Sanità, ha dichiarato che, secondo i dati attuali, nel nostro Paese l’infezione circola da metà gennaio.
In tutto si contano casi in 60 Paesi al mondo. Tra questi anche in Spagna, dove è arrivata notizia che è risultato positivo al contagio anche lo scrittore Luis Sepúlveda.
Luis Sepúlveda e la moglie positivi al coronavirus
Lo scrittore cileno, residente in Spagna, e la moglie Carmen Yáñez sono risultati positivi al coronavirus. Sepúlveda, 70 anni, ha partecipato al festival Correntes d’Escritas a Póvoa de Varzim, in Portogallo, e dopo 2 giorni ha manifestato i sintomi.
L’autore de Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare è ricoverato in un ospedale di Oviedo, nelle Asturie, dove risiede. La moglie, 66 anni, si trova in isolamento.

In Italia 1577 le persone contagiate
Alle 18 è stato rilasciato il bollettino di aggiornamento della Protezione Civile. Angelo Borrelli ha informato che si sono registrati ad oggi 83 guariti e 34 decessi. Per quanto riguarda i decessi, la dipendenza della morte dal coronavirus non è stata accertata per nessuno dei casi, dato che si è in attesa delle verifiche da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il totale delle persone contagiate è 1577, di cui 798 (il 51% del totale) sono in isolamento domiciliare per sintomi lievi o asintomatici. Sono poi 639 (il 41%) le persone ricoverate con sintomi, e 140 persone, di cui 106 in Lombardia, sono ricoverate in Terapia Intensiva.
Effettuati più di 21mila tamponi
Borrelli annuncia che il numero dei tamponi effettuati è di 21.127, mentre i casi positivi confermati sono fermi a 488. Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, fa chiarezza sulle conferme: “C’è un lasso di tempo che è dovuto al fatto che nel momento in cui il laboratorio di riferimento regionale fa il primo screening e dà la possibilità, deve inviare i campioni per la conferma“.
La discrepanza tra i dati dell’ISS e delle Regioni è una questione puramente temporale, tanto è vero che “sui primi 544 campioni ne abbiamo confermati 534. La maggior parte dei campioni sono confermati, in Lombardia non ne abbiamo confermati solo 2. C’è una buona concordanza tra i laboratori periferici e quello centrale“, continua Rezza.
Preparati a situazioni di rischio
Riguardo alle voci sulla realizzazione di ospedali “modello Wuhan” (costruito in 10 giorni), Borrelli assicura che “Non faremmo bene il nostro pensiero se non pensassimo a situazioni di questo tipo. Si tratta di esercizi che dobbiamo fare per definire scenari di rischio“.
In ogni caso, il capo della Protezione Civile dichiara: “Se andiamo a vedere ci sono a livello mondiale dati statistici che ci permetto di dire che l’80% delle persone supera la malattia senza sintomi. Il 15% delle persone ha difficoltà respiratorie e ha bisogno di assistenza, e il 5% ha bisogno di terapie intensive e di cure sanitarie più invasive. Dati questi valori dobbiamo prepararci e sarebbe imperdonabile non prepararci a evenienze di questo tipo“.
Le strutture ospedaliere
Borrelli sottolinea come in Italia ci siano diverse strutture sanitarie chiuse e accorpate a causa di “un’operazione di ridimensionamento dell’offerta sanitaria sulla base di quella che è la domanda“.
Se dovesse esserci necessità, la Protezione Civile assicura di essere pronta: “I 283 punti di pre-triage, i famosi Pma (Posti medici avanzati di secondo livello) li abbiamo, siamo la Protezione Civile che ha più capacità d’intervento al mondo“. Borrelli sottolinea che non si stanno preparando a costruire ospedali o strutture di ricovero: “Noi dobbiamo essere pronti prima ancora di pensare alle esigenze“.
L’inizio del contagio in Italia
Il professor Rezza precisa che il sistema di sorveglianza è “a regime, anche supportando le Regioni che si sono trovate in gravi difficoltà a raccogliere i dati in maniera accurata“.
Per fare modelli di proiezioni, continua il medico “abbiamo bisogno di raccogliere i dati per data di comparsa di sintomi. Le Regioni non avevano organizzato la raccolta dati in questa maniera, quindi noi contiamo i numeri per data di notifica, ma dobbiamo distribuirli per data di comparsa sintomi“.
L’infezione circola da metà gennaio
Le verifiche continuano, ma come dichiara Rezza: “I primi casi confermati risalgono ai primi giorni di febbraio, ma l’infezione circolava già nella seconda metà di gennaio“.
In questo momento c’è un’accelerazione dei nuovi casi che era attesa e “dovuta al fatto che le misure di contenimento sono state messe in atto una settimana fa“. Il tempo di incubazione medio è intorno ai 4-6 giorni, mentre il massimo è intorno ai 12-13 giorni: “Dobbiamo aspettare un’altra settimana 10 giorni per vedere i primi effetti”, conclude Rezza.