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Coronavirus, positivo lo scrittore Luis Sepúlveda. La situazione in Italia

Pubblicato: 01/03/2020 19:46

Il coronavirus ha contagiato 1577 persone in Italia, come conferma Angelo Borrelli nella conferenza stampa serale sugli aggiornamenti della Protezione Civile. Giovanni Rezza, dell’Istituto Superiore di Sanità, ha dichiarato che, secondo i dati attuali, nel nostro Paese l’infezione circola da metà gennaio.

In tutto si contano casi in 60 Paesi al mondo. Tra questi anche in Spagna, dove è arrivata notizia che è risultato positivo al contagio anche lo scrittore Luis Sepúlveda.

Luis Sepúlveda e la moglie positivi al coronavirus

Lo scrittore cileno, residente in Spagna, e la moglie Carmen Yáñez sono risultati positivi al coronavirus. Sepúlveda, 70 anni, ha partecipato al festival Correntes d’Escritas a Póvoa de Varzim, in Portogallo, e dopo 2 giorni ha manifestato i sintomi.

L’autore de Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare è ricoverato in un ospedale di Oviedo, nelle Asturie, dove risiede. La moglie, 66 anni, si trova in isolamento.

Luis Sepúlveda
Lo scrittore Luis Sepúlveda

In Italia 1577 le persone contagiate

Alle 18 è stato rilasciato il bollettino di aggiornamento della Protezione Civile. Angelo Borrelli ha informato che si sono registrati ad oggi 83 guariti e 34 decessi. Per quanto riguarda i decessi, la dipendenza della morte dal coronavirus non è stata accertata per nessuno dei casi, dato che si è in attesa delle verifiche da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il totale delle persone contagiate è 1577, di cui 798 (il 51% del totale) sono in isolamento domiciliare per sintomi lievi o asintomatici. Sono poi 639 (il 41%) le persone ricoverate con sintomi, e 140 persone, di cui 106 in Lombardia, sono ricoverate in Terapia Intensiva.

Effettuati più di 21mila tamponi

Borrelli annuncia che il numero dei tamponi effettuati è di 21.127, mentre i casi positivi confermati sono fermi a 488. Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, fa chiarezza sulle conferme: “C’è un lasso di tempo che è dovuto al fatto che nel momento in cui il laboratorio di riferimento regionale fa il primo screening e dà la possibilità, deve inviare i campioni per la conferma“.

La discrepanza tra i dati dell’ISS e delle Regioni è una questione puramente temporale, tanto è vero che “sui primi 544 campioni ne abbiamo confermati 534. La maggior parte dei campioni sono confermati, in Lombardia non ne abbiamo confermati solo 2. C’è una buona concordanza tra i laboratori periferici e quello centrale“, continua Rezza.

https://www.youtube.com/watch?v=r__caDR0UOc&feature=youtu.be

Preparati a situazioni di rischio

Riguardo alle voci sulla realizzazione di ospedali “modello Wuhan” (costruito in 10 giorni), Borrelli assicura che “Non faremmo bene il nostro pensiero se non pensassimo a situazioni di questo tipo. Si tratta di esercizi che dobbiamo fare per definire scenari di rischio“.

In ogni caso, il capo della Protezione Civile dichiara: “Se andiamo a vedere ci sono a livello mondiale dati statistici che ci permetto di dire che l’80% delle persone supera la malattia senza sintomi. Il 15% delle persone ha difficoltà respiratorie e ha bisogno di assistenza, e il 5% ha bisogno di terapie intensive e di cure sanitarie più invasive. Dati questi valori dobbiamo prepararci e sarebbe imperdonabile non prepararci a evenienze di questo tipo“.

Le strutture ospedaliere

Borrelli sottolinea come in Italia ci siano diverse strutture sanitarie chiuse e accorpate a causa di “un’operazione di ridimensionamento dell’offerta sanitaria sulla base di quella che è la domanda“.

Se dovesse esserci necessità, la Protezione Civile assicura di essere pronta: “I 283 punti di pre-triage, i famosi Pma (Posti medici avanzati di secondo livello) li abbiamo, siamo la Protezione Civile che ha più capacità d’intervento al mondo“. Borrelli sottolinea che non si stanno preparando a costruire ospedali o strutture di ricovero: “Noi dobbiamo essere pronti prima ancora di pensare alle esigenze“.

L’inizio del contagio in Italia

Il professor Rezza precisa che il sistema di sorveglianza è “a regime, anche supportando le Regioni che si sono trovate in gravi difficoltà a raccogliere i dati in maniera accurata“.

Per fare modelli di proiezioni, continua il medico “abbiamo bisogno di raccogliere i dati per data di comparsa di sintomi. Le Regioni non avevano organizzato la raccolta dati in questa maniera, quindi noi contiamo i numeri per data di notifica, ma dobbiamo distribuirli per data di comparsa sintomi“.

L’infezione circola da metà gennaio

Le verifiche continuano, ma come dichiara Rezza: “I primi casi confermati risalgono ai primi giorni di febbraio, ma l’infezione circolava già nella seconda metà di gennaio“.

In questo momento c’è un’accelerazione dei nuovi casi che era attesa e “dovuta al fatto che le misure di contenimento sono state messe in atto una settimana fa“. Il tempo di incubazione medio è intorno ai 4-6 giorni, mentre il massimo è intorno ai 12-13 giorni: “Dobbiamo aspettare un’altra settimana 10 giorni per vedere i primi effetti”, conclude Rezza.

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2020 19:47