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La tragedia dei desaparecidos italiani, storie di connazionali perseguitati

Pubblicato: 04/03/2020 20:14

Si stima che siano decine di migliaia i desaparecidos dell’America latina, le persone che sono scomparse senza lasciare traccia a causa della persecuzione dei regimi militari, soprattutto in Argentina e Cile. Molti di essi erano di origini italiane e la loro storia era simile a quella di tanti connazionali, emigrati in cerca di una vita migliore.

Proprio per ricostruire queste storie dimenticate è nato il progetto Archivio desaparecido, promosso dal Centro di giornalismo permanente, che tenterà di raccogliere il maggior numero di testimonianze e di renderle disponibili per le prossime generazioni.

I desaparecidos, uomini spariti nel nulla

Nonostante la tragedia e la drammaticità della storia che mi è toccato vivere, noi abbiamo avuto, fra virgolette, la fortuna di poter sotterrare i nostri cari”, sono le significative parole di Aurora Meloni, la donna di origine italiana a cui, nell’Argentina del 1974, è stato ucciso il marito. È solo una delle interviste raccolte da questo collettivo di giornalisti con sede a Roma che si è posto un obiettivo certamente non facile. In effetti, di gran parte dei desaparecidos non è rimasto letteralmente nulla, nemmeno un cadavere, cosa che rende molto complesso ricostruire dinamiche e circostanze che portarono al loro arresto e alla loro uccisione.

Il lavoro di documentazione

Diventa quindi particolarmente importante il ruolo dei familiari e degli amici che furono presenti in quei giorni e che possono, ancora oggi, fare luce su questo oscuro capitolo della Storia del Sudamerica: “Raccontare queste storie è un dovere e non resta molto tempo per farlo – scrivono i giornalisti del progetto Archivio desaparecidoPerché il testimone passi alle nuove generazioni questo progetto vuole dare voce agli ultimi testimoni rimasti di un crimine contro l’umanità che rischia di rimanere dimenticato”.

Attraverso decine di biografie si tenterà di ripercorrere le storie dei cittadini italiani scomparsi, rendendole poi consultabili in un archivio multimediale. Per poter terminare questo progetto, il Centro di giornalismo permanente ha lanciato una raccolta fondi online sulla piattaforma Produzioni dal Basso, che in pochi giorni ha già ottenuto un notevole riscontro.

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