Vai al contenuto

Coronavirus, più di 100mila casi negli Stati Uniti. Trump pensa alla quarantena

Pubblicato: 28/03/2020 23:44

La situazione si fa drammatica negli Stati Uniti, dove l’epidemia di coronavirus ha registrato 119.525 persone positive. Particolarmente colpiti New York, Louisiana e Washington, ma si teme che l’emergenza sia destinata a salire anche negli altri Stati. Trump starebbe valutando misure eccezionali, come la quarantena per New York, New Jersey, e Connecticut.

Stati Uniti: il Paese con più contagi nel mondo

Gli Stati Uniti hanno conquistato il triste primato per contagiati di coronavirus, i cui morti hanno superato i 1900. È New York lo Stato più colpito, con 52.354 casi e 728 vittime, seguito da New Jersey, California e Michigan, ma non c’è zona che sia esente dal contagio. La situazione è resa più complicata dalla gestione a livello statale dell’emergenza, che ha visto anche contrapposizioni con il governo federale.

Bill De Blasio, sindaco di New York, è stato trascinato in una polemica dopo aver richiesto almeno 30mila respiratori per fronteggiare l’epidemia. Il presidente Donald Trump lo ha accusato di “gonfiare i numeri”, ma sono centinaia i sindaci che hanno chiesto aiuti perché in carenza di risorse adeguate.

Trump: ipotesi quarantena per 3 Stati

Con il peggiorare della situazione nel giro di una manciata di giorni, Trump sta ora considerando misure eccezionali per contenere l’epidemia. “Sto prendendo in considerazione la quarantena per i focolai in evoluzione New York, New Jersey, e Connecticut. Una decisione sarà presa, in un senso o nell’altro, a breve“, ha twittato il presidente. Il presidente ha intanto firmato un decreto per richiamare un milione di riservisti, oltre a militari in congedo e alla Guardia nazionale.

Aiuti per 2mila miliardi

La crisi rischia di trasformarsi in tragedia per il sistema sanitario statunitense, che prevede un alto tasso d’indebitamento per le persone che dovranno curarsi. Il sistema delle assicurazioni sanitarie varia da Stato a Stato e a seconda dell’occupazione, di cui molti statunitensi potrebbero presto trovarsi sprovvisti a causa della pandemia. Senza contare la larga frangia di popolazione con lavori precari o a basso reddito che non potranno permettersi di coprire le spese mediche.

Nonostante Trump abbia cercato di smontare l’Obamacare, una sorta di copertura sanitaria pubblica, ora la musica potrebbe cambiare. Il Congresso ha intanto trovato un accordo per un pacchetto di aiuti da 2mila miliardi di dollari, il più largo nella storia moderna del Paese. Il Senato lo ha approvato all’unanimità e prevede 1,200 dollari erogati direttamente a milioni di cittadini, anche di fasce di reddito alto, e 500 dollari per ogni bambino.

Poteri di guerra

Il presidente ha inoltre minacciato di ricorrere a poteri di guerra, tramite l’applicazione del Defense Production Act, legge federale del 1950 emanata all’alba della guerra di Corea. La legge permetterebbe al governo di prendere il controllo della produzione di imprese private, una mossa suscitata dallo scontro con la General Motors.

Il colosso automobilistico è stato accusato dal tycoon di “perdere tempo” nella produzione di ventilatori. “L’attivazione del Defence Production Act dovrebbe dimostrare chiaramente a tutti che non esiteremo a usare i pieni poteri dell’autorità federale per combattere la crisi“, è la posizione della Casa Bianca. Dopo settimane di minimizzazione del rischio sul COVID-19, Donald Trump sta correndo ai ripari ma le proiezioni non fanno ben sperare.