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7 monete bizzarre nel corso della storia: dalle pietre alla criptovaluta di Harry Potter

Quale può essere la forma di denaro più insolita al mondo? Scopriamolo attraverso questa breve rassegna delle 7 monete più strane realmente utilizzate nel corso della storia.
monete con orologio

Durante i secoli, l’uomo ha scelto i beni più diversi ai quali attribuire la funzione di moneta e tra questi ci sono, senza dubbio, anche oggetti piuttosto curiosi e decisamente bizzarri. Dai tentativi di contraffazione dei semi di cacao nella civiltà Maya ai caveau bancari pieni di formaggio, fino ad arrivare alla criptovaluta che utilizza gli incantesimi del celebre mago Harry Potter.

Quale può essere la forma di denaro più insolita al mondo? Scopriamolo attraverso questa breve rassegna delle 7 monete più strane realmente utilizzate nel corso della storia. 

1. Una pietra gigantesca

Una delle più antiche e strane forme di denaro è rappresentata dalla “Pietra di Rai” utilizzata per secoli sull’isola di Yap, una piccola porzione di terra che si estende per circa 100 km quadrati nell’Oceano Pacifico a est delle Filippine.

Le pietre di Rai erano di varie misure, venivano scolpite fino a ottenere una forma circolare con un grosso foro al centro e potevano arrivare a pesare più di 4 tonnellate. Le pietre provenivano dalle vicine isole di Palau e Guam e procurarsele non era affatto semplice sia per la difficoltà della loro estrazione, sia per la difficoltà di trasporto.

Anche le pietre più grandi venivano utilizzate come mezzo di pagamento ma senza la necessità di doverle muovere dalla loro ubicazione: tutto quello che bastava fare era comunicare pubblicamente all’intera comunità riunita che quella pietra cambiava padrone, cosicché tutti sapessero esattamente chi fosse il nuovo proprietario.

 

pietre come monete
pietre come monete
fonte: pixabay

2. Ricchezza dal mare

Le conchiglie sono un’altra forma di denaro che è stata utilizzata per secoli dalle popolazioni dell’Africa, dell’Asia e del Nord America. Alcuni documenti testimoniano come già intorno al 1200 a.C. in Cina le conchiglie venissero usate come mezzo di scambio.

Il loro valore era dettato dalla scarsità, dal momento che alcune conchiglie erano davvero molto rare e difficili da trovare. Anche i coloni europei, entrati in contatto con le popolazioni indigene delle Americhe, iniziarono a utilizzare le conchiglie come strumento di pagamento, almeno finché navi più moderne con nuovi equipaggiamenti vennero impiegate a uso esclusivo di ricerca e recupero delle preziose conchiglie.
La nuova facilità con la quale venivano reperite le conchiglie ne fece crollare il valore e dal 1661 queste persero ufficialmente la loro funzione di denaro avente corso legale.

conchiglie
conchiglie
fonte: pixabay

3. Denaro ruminante

Un’altra antica forma di denaro era rappresentata dai capi di bestiame. Risalgono al 9000 a.C. i primi graffiti che testimoniano l’utilizzo degli animali come mezzo di scambio, non solo mucche ma anche pecore, cammelli e altri animali. Anche ai giorni nostri il bestiame assume, in alcuni casi, il ruolo di denaro, ma la difficoltà di trasporto e la complicata suddivisione in sotto unità ne ha limitato fortemente l’utilizzo.

Tuttavia, questa strana forma di denaro ha lasciato una traccia ben evidente nella lingua italiana, infatti ancora oggi usiamo la parola “pecunia” come sinonimo di denaro, proprio perché con il termine latino pecus si indicava il bestiame o il gregge di pecore.

mucche che pascolano
mucche che pascolano
fonte: pixabay

4. Il cacao, l’oro degli dei

Il cacao è oggi un prodotto che, opportunamente lavorato, ci regala alimenti squisiti tanto da essere noto come il “cibo degli dei”.
Tuttavia i Maya, gli Aztechi e molte altre popolazioni autoctone del centro America utilizzarono per secoli il cacao, non solo come prelibatezza da gustare ma anche come moneta utile a pagare tributi e per acquistare beni. Le fave di cacao essiccate erano facilmente trasferibili e si conservavano per lungo tempo.

Molte fonti documentali sono giunte fino ai giorni nostri e ci testimoniano il valore del cacao, indicando chiaramente quante fave di cacao fossero necessarie per comprare determinati oggetti.

È curioso rammentare che anche il cacao, così come una vera e propria moneta, subì vari tentativi di contraffazione. Infatti, gli archeologi hanno rinvenuto alcuni semi di cacao riprodotti in argilla che si suppone fossero utilizzati al posto delle bacche autentiche, come tentativo truffaldino di falsificare il denaro.

Ancora oggi il cacao è un bene prezioso, ma le moderne tecniche di coltivazione intensiva hanno fatto venir meno la necessaria scarsità che qualifica una buona forma di denaro e così questa abitudine dell’uso del cacao come mezzo di pagamento è stata lentamente abbandonata.

fave di cacao
fave di cacao
fonte: pixabay

5. Oro bianco

Il sale è un’altra forma di denaro utilizzata fin dall’epoca degli antichi romani.
Facilmente trasportabile e divisibile, scarso e conservabile, rispecchiava tutte le caratteristiche necessarie per diventare una buona moneta adatta allo scambio.

Durante l’Impero Romano i legionari veniva pagati con il sale; da questa usanza deriva il termine “salario” che utilizziamo ancora oggi per indicare una forma di retribuzione.
In molti Paesi il sale venne utilizzato come moneta almeno fino al medioevo, poi le nuove tecnologie sviluppate consentirono di estrarre enormi quantità di sale dai mari.

Il sale marino inondò il mercato e perse inesorabilmente il proprio ruolo monetario, divenendo quel bene di uso comune che oggi abbonda sulle nostre tavole.

soldati romani
soldati romani fonte: pixabay

Il Parmigiano Reggiano: una moneta stagionata

Sembra strano, ma durante la grande crisi finanziaria del 2008, alcune banche del nord Italia iniziarono a prendere in garanzia le forme di Parmigiano Reggiano per aiutare finanziariamente le aziende del territorio, assicurando loro la necessaria liquidità. Gli istituti bancari si avvalsero di veri e propri caveau blindati per conservare al sicuro i preziosi prodotti caseari che gli imprenditori del settore iniziarono a utilizzare come una vera e propria moneta.

Si stima che in quel periodo il Credito Emiliano detenesse circa 450.000 forme di parmigiano, per un controvalore di oltre 100 milioni di euro.
Il parmigiano funzionava come una qualsiasi altra forma di garanzia: se le aziende non riuscivano a rientrare dei prestiti erogati, erano direttamente le banche a soddisfare il proprio credito vendendo immediatamente il pregiato e gustosissimo formaggio.

parmigiano reggiano
parmigiano reggiano
fonte: pixabay

7. Grin, la criptovaluta di Harry Potter

Forse non tutti sanno che il 15 gennaio del 2019 è stata ufficialmente rilasciata una criptovaluta che si ispira al fantastico universo del celebre mago Harry Potter.
La moneta si chiama Grin, termine preso in prestito dalla Gringotts Wizarding Bank, la banca utilizzata da tutti i maghi di Hogwarts

Questa strana criptovaluta è totalmente focalizzata sulla protezione della privacy dei propri utenti, poiché riesce a rendere invisibili i dati riferiti agli indirizzi e alle quantità di denaro trasferite.
Per raggiungere questo totale anonimato, la criptovaluta sfrutta il protocollo informatico denominato Mimblewimble, nome utilizzato nei romanzi di J.K. Rowling per indicare l’incantesimo con il quale Harry Potter riesce a confondere gli avversari, offuscando la loro capacità di parola.

harry potter stilizzato
harry potter stilizzato
fonte: pixabay

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