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Roma, cimitero degli orrori: corpi fatti a pezzi e gettati nell’ossario comune

Pubblicato: 28/04/2020 17:36

ROMA- La macabra truffa è venuta alla luce nel cimitero Prima Porta, uno dei più grandi e importanti della capitale. Tra gli indagati alcuni dipendenti Ama e un’agenzia di pompe funebri, che aveva messo su il business degli orrori, ai danni delle famiglie di defunti ignare di ciò a cui stessero acconsentendo: vivisezione dei corpi.

Al momento, come si legge su Il Messaggero i casi accertati sembrano essere 6. Sulla base di questi la Procura ha aperto un’inchiesta seguita dal Pm Pietro Polidori.

Cosa accadeva nel cimitero di Roma

Le indagini svolte nel cimitero di Prima Porta hanno portato alla luce false cremazioni e violazioni di loculi e feretri. I dipendenti della Ama che si occupa dei servizi cimiteriali sono stati accusati di vilipendio di cadaveri.

Il losco affare faceva perno sulle difficoltà economiche di intere famiglie, in vista di una nuova sepoltura, un rinnovo di concessione o dalla cremazione prevista allo scadere dei 30 anni dal regolamento. Tutte pratiche che presuppongono un certo costo. L’agenzia funebre indagata, insieme ai dipendenti Ama, promettevano una cremazione a prezzi vantaggiosi ai parenti dei defunti che non potevano permettersi di affrontare la spesa. Incassati i soldi con largo anticipo e privatamente, i soggetti coinvolti nella truffa disseppellivano i corpi, li facevano a pezzi per poi gettarli nell’ossario comune.

Cosa prevede la legge

Il regolamento prevede che dopo 20 o 30 anni i parenti del defunto si facciano carico di spese per l’estumulazione della bara, in vista di una liberazione del loculo.

Se il cadavere è ormai mineralizzato, si procede spostando i resti, solitamente nel ossario comune. Nel caso in cui, trascorso il trentennio, il copro si sia conservato in buono stato, la famiglia ha due strade: pagare il rinnovo o procedere con una cremazione. Ed è in questo secondo caso che intervenivano, da oltre 2 mesi, i truffatori. I loro raggiri sono stati inchiodati dal Nucleo Radiomobile dei Carabinieri, che hanno segnalato già 6 casi, ma che si sospettano siano molti di più.