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Un giorno in Pretura: dal 3 maggio con il processo di Gina Lollobrigida

Pubblicato: 03/05/2020 20:26

Torna il 3 maggio alle 21.20 il nuovo ciclo di episodi di Un giorno in Pretura, la trasmissione di Rai 3 condotta da Roberta Petrelluzzi. La prima puntata tratterà un caso particolare, cioè il processo per le nozze truffa tra Gina Lollobrigida e Francisco Rigau Rafols, che avrebbe sposato con l’inganno la celebra attrice italiana. L’attrice, negli anni, sarebbe stata più volte raggirata anche da altre persone.

Il processo contro le nozze truffa

Nella puntata del 3 maggio, dal titolo Gina Lollobrigida: una diva da sposare, trasmessa in prime time,  verrà mostrato il processo contro l’imprenditore catalano Francisco Rigau Rafols. Questi di 34 anni più giovane dell’attrice è stato accusato di aver sposato la Lollobrigida solo per impossessarsi della sua eredità. Le nozze sono state celebrate il 29 novembre 2010 in Spagna e secondo Gina Lollobrigida, l’uomo le avrebbe fatto firmare una procura falsa per poterlo fare. In seguito, l’avrebbe sostituita con una sua complice, una figurante. Rigau è stato assolto nel 2017 ed il matrimonio è stato successivamente sciolto dalla Sacra Rota.

Promo di Un giorno in Pretura da Twitter

La storia tra Rigau e Gina Lollobrigida

La storia che è al centro del processo di Un giorno in Pretura inizia tra il 2006 e 2007, quando i due intrecciano una relazione, poi trasformatasi in amicizia. Nel 2013, però, Gina Lollobrigida denuncia a Roma di essere stata raggirata da Rigau per poter ereditare i suoi beni dopo la morte, ammettendo di voler far luce sulla storia. Secondo l’attrice, le nozze si sarebbero dovute celebrare nel 2006 ma lei cambiò idea per colpa delle pressioni della stampa e dei suoi amici. La storia però non finisce qui perché alla fine, nel 2010 le nozze sarebbero state celebrate anche se l’attrice ha sempre negato, aggiungendo che non avrebbe mai firmato il documento se avesse saputo che si trattava di una procura per il matrimonio. 

Francisco Rigau sostenne che l’idea fu invece dell’attrice e nel 2017 il giudice gli ha dato ragione: assolto perché il fatto non sussiste.