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La Vita in Diretta: giornalista aggredito racconta tutto ad Alberto Matano

Pubblicato: 27/05/2020 09:34

Un giornalista de La Vita in Diretta ha raccontato durante la puntata del programma che va in onda su Rai1 quanto successo a lui e al suo operatore sul lungomare di Bari, aggrediti mentre tentavano di svolgere un servizio sulla movida sulle spiagge.

Aggressione ai giornalisti Rai

Giuseppe Di Tommaso e il suo operatore si trovavano in spiaggia, in Puglia, per un servizio sulla situazione del lungomare, un modo per verificare se le regole di distanziamento sociale vengono rispettate anche in questa Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Il giornalista si sarebbe avvicinato a diverse persone che non stavano rispettando le regole, distanziamento e il divieto di assembramenti facendogli notare la situazione. Da quel momento le cose sarebbero precipitate. Il giornalista sarebbe stato aggredito prima verbalmente: “Se mi riprendi ancora butto a mare a te e il tizio con la telecamere. Non devi fare così con le persone“. E ancora: “Se ti buttano a mare le persone fanno bene“.

Le cose però non si sarebbero fermate alle minacce verbali: “Siamo stati circondati da delle persone che non gradivano di essere ripresi“, ha raccontato il giornalista a Matano. “Ci hanno intimato di andare via. L’operatore è stato anche preso a calci, io sono stato strattonato“, spiega ancora. Non tutti si sono scagliati contro il giornalista: “Dobbiamo anche dire però che le persone che hanno assistito ci sono sono venuti in aiuto, ci hanno soccorso e ci hanno consigliato di andare via per evitare situazioni pericolose“.

La Stampa al fianco dei giornalisti aggrediti

La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Associazione della Stampa di Puglia hanno espresso in una nota piena solidarietà al giornalista e al suo operatore. “Un episodio inaccettabile“, sottolineano, “Purtroppo non l’unico in questi giorni successivi al lockdown che vedono, come sempre, in prima linea le giornaliste e i giornalisti italiani impegnati a raccontare ai cittadini cosa accade nelle loro città. Un diritto e un dovere, vale la pena ricordarlo, essenziale al funzionamento stesso della democrazia, già provata da questi mesi di libertà limitate per via dell’emergenza sanitaria“.

Infine arrivano le richieste alle istituzioni statali per evitare nuovi atti di violenza: “Chiediamo alle istituzioni e alle forze dell’ordine di garantire ai cronisti, in tutta Italia, di poter lavorare in condizioni di sicurezza e di tutelarne l’incolumità. È inammissibile che, come raccontato dallo stesso Di Tommaso, chi sta svolgendo semplicemente il proprio lavoro debba essere addirittura preso a calci, come accaduto all’operatore, o strattonato, come denuncia il giornalista“.