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Parmigiano Reggiano: in incremento le vendite in Italia (+6%) e all’estero (+12%)

Pubblicato: 26/08/2020 10:57

La crisi economica innescata dal Covid non colpisce il Parmigiano Reggiano. Tutto il contrario. Il primo semestre 2020 è stato chiuso con risultati eccezionali.

Un’analisi del Crpa (Consorzio e Centro Ricerche Produzioni Animali) rivela un aumento nelle vendite del 6,1% in Italia e del 12% all’estero.

Il 2020 è anche l’anno dei cambiamenti per il Parmigiano Reggiano: cambia la distribuzione, si evolve il formato.

Risultati buoni, anzi buonissimi. Scopriamoli in dettaglio.

Un 1° semestre 2020 vincente per il Parmigiano Reggiano

Nel 2020, il Re dei formaggi che tutti ci invidiano ha registrato risultati vincenti.

In Italia le vendite sono aumentate del 6,1% (34.200 tonnellate contro le 32.000 del 1° semestre 2019). All’estero sono volate a +12% (oltre 27.000 tonnellate).

Il brand ha corretto la distribuzione, in termini di esportazione del prodotto. La Germania si attesta come primo mercato estero (19,6%), cui seguono Francia (19,5%), Usa (18,2%), Regno Unito (13,5%) e Canada (5%)

In Europa, l’aumento delle vendite di Parmigiano Reggiano si attesta a +12,5%. Le percentuali variano, ovviamente, nei diversi Paesi europei:

– Paesi Bassi (+31,6%);

– Belgio (+31,3%);

– Germania (+16%);

– Regno Unito (+15,1%);

– Francia (+7,2%).

I dati nei Paesi extra UE

Pazzeschi alcuni risultati di vendita nei Paesi extra UE (le cui vendite si attestano ad una media di +11,9%):

– Canada (+153,9%);

– Area del Golfo (+50,5%);

– Cina (+37,2%);

– Norvegia (+35,8%).

In rosso, invece, i risultati in Grecia (-14,6%), Austria (-13,3%), Australia (-25,8%), Giappone (-3,2%) e Usa (-1,6%) a causa del clima di incertezza sui mercati legato al Coronavirus.

Parmigiano Reggiano: cambia il formato preferito dai consumatori all’estero

L’altro cambiamento interessa il formato del Parmigiano Reggiano.

All’estero, i consumatori preferiscono il formato porzionato (+14,7%) e grattugiato (+4,2%) del Re dei formaggi. Al contrario, diminuisce del 5,9% l’interesse per le forme intere.

L’eccesso di offerta ha portato ad un calo dei prezzi

Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio, ha spiegato che l’eccessiva offerta di prodotto ha provocato un calo dei prezzi e l’inevitabile diminuzione della remuneratività per le aziende del brand.

Per bilanciare la situazione, Bertinelli ha annunciato che l’azienda procederà con l’acquisto fino a 320.000 forme dai propri caseifici (160mila dell’ultimo quadrimestre 2019 e 160mila del primo quadrimestre 2020). Verranno conservate nei magazzini e fatte stagionare più a lungo (con il debutto del Parmigiano Reggiano 40 mesi): saranno immesse gradualmente sul mercato, quando la remunerazione del prodotto si dimostrerà adeguata.

Per riequilibrare il mercato, il Consorzio intende anche ridurre ulteriormente le quote di produzione per il prossimo triennio. Verranno, oltretutto, penalizzati i produttori che sforano le quote assegnate e premiati coloro che cederanno il latte al di fuori della filiera.

Il piano di marketing vincente da 20 milioni di euro

Ha contribuito notevolmente al successo di questo 1° semestre 2020, il piano di marketing da 20 milioni di euro avviato lo scorso autunno. L’ha rivelato lo stesso presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli.

Attraverso questo piano di marketing, il Consorzio ha spinto la conoscenza ed il posizionamento verso l’alto del Re dei formaggi, l’ha valorizzato come marca distintiva tramite azioni in Italia e all’estero sia con le catene della GDO sia tra i consumatori. Tali azioni hanno fatto volare le vendite, a partire da novembre 2019.

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