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Varese, avambraccio ricostruito e riattaccato grazie ad un nuovo robot

Pubblicato: 05/11/2020 21:59

Uno straordinario intervento chirurgico ha permesso di ricostruire e riattaccare l’avambraccio di un uomo. È quanto accaduto nell’ospedale di Circolo di Varese, dove un team di medici italiani ha avuto modo di lavorare con una tecnologia robotica estremamente avanzata. L’innovativo macchinario, che il chirurgo può comandare attraverso i movimenti della testa, ha consentito di velocizzare di molto le operazioni e di raggiungere questo risultato insperato.

Il delicato intervento

L’uomo, un 79enne di Varese, era rimasto vittima di un gravissimo incidente di caccia nei primi giorni di ottobre. Come si apprende dal comunicato dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale dei Sette Laghi, l’avambraccio sinistro risultava completamente staccato, poiché i proiettili avevano leso tutti i vasi sanguigni e le due ossa che collegano il gomito al polso.

La situazione era particolarmente critica, tanto che si è proceduto a riconnettere immediatamente i vasi sanguigni per evitare la necrosi della mano. Il passo successivo è stato quello di ricostruire le ossa danneggiate: “Il gruppo dei microchirurghi specialisti in chirurgia plastica ed in ortopedia – spiega Mario Cherubino, direttore della Struttura di Chirurgia della mano e Microchirurgia dell’Ospedale di Circolo di Varese – ha prelevato il perone, osso della gamba non essenziale alla deambulazione, lo ha sezionato e collocato al posto delle due ossa mancanti del braccio; poi si è proceduto a ricostruire i tessuti muscolari e la pelle con l’utilizzo della cute artificiale”.

L’importanza del braccio robotico

Questo delicatissimo intervento si è reso possibile anche grazie all’utilizzo di un avanzato braccio robotico di nuova generazione, che consente ai chirurghi di operare con maggiore precisione. Il macchinario, che prende il nome di RoboticScope, è stato concesso in prova all’Ospedale di Circolo di Varese per testarne l’efficacia. Il chirurgo può comandarne i movimenti indossando speciali visori oculari, nei quali vengono proiettate immagini tridimensionali ad alta risoluzione della zona su cui si sta operando. Potendo controllare il braccio robotico con i movimenti della testa, il medico ha così le mani libere per agire direttamente sul paziente.

Paziente già dimesso

Queste nuove tecnologie iniziano a sfruttare appieno le opportunità offerte da grafica tridimensionale e visori di realtà virtuale. Si tratta di progressi davvero importanti, che permettono di curare i pazienti in modi impensabili fino a qualche anno fa. L’uomo, che è stato già dimesso, ha riacquistato una discreta funzionalità dell’arto: “Senza questa apparecchiatura – conclude il professor Cherubino – non so se l’intervento sarebbe stato possibile, certamente avrebbe comportato un numero di ore molto superiore con conseguente stress per il paziente e per il team operatorio”.