Vai al contenuto

Neonata non smette di piangere, 23enne le rompe le braccia: il dramma familiare

Pubblicato: 10/11/2020 14:16

Connor Brown, 23 anni, ha rotto entrambe le braccia di una bambina di 18 mesi perché infastidito dal suo pianto. La difesa ha affermato che il ragazzo ha avuto un attacco epilettico, ma ci sono diverse incongruenze.

Il caso: una bambina con entrambe le braccia rotte

Connor Brown nel settembre 2018 stava tenendo una bambina di un anno in braccio, quando la piccola ha cominciato a piangere. Il ragazzo pare abbia provato a confortarla ma, secondo quanto raccontato dalla madre della bambina, si sarebbe poi infastidito. Allora, Brown ha girato le braccia dietro la schiena della bambina, provocando una rottura degli arti.

La bambina ha dunque cominciato a piangere ancora più forte. La madre, che ha assistito alla scena nel salotto della sua casa a Blantyre, in Scozia, ha subito detto al ragazzo di andarsene, per poi chiedere alla nonna della piccola cosa fare.

Le due si sono quindi dirette all’ospedale Hairmyres, dove hanno detto che la bambina era caduta dietro la televisione. I medici, dopo aver notato che entrambi gli omeri della bambina erano stati fratturati, hanno chiesto ulteriori chiarimenti alla famiglia. La madre, allora, ha detto ai medici che il ragazzo era responsabile di quanto avvenuto.

La difesa di Connor Brown: un attacco epilettico

In un primo momento, interrogato dagli inquirenti, Connor Brown ha detto di non essersi mai trovato nella casa della donna. Ha poi cambiato la sua versione, spiegando di avere causato le fratture alle ossa della bambina, ma involontariamente.

Il ragazzo ha infatti affermato di avere avuto un attacco epilettico nel corso del quale ha fatto un movimento involontario che ha danneggiato gli arti della bambina. Secondo quanto dichiarato dal legale di Brown, l’avvocato Ian Scott, il 23enne “accetta di essere reo e responsabile per non aver controllato la sua epilessia adeguatamente.

Il legale ha inoltre dichiarato che “c’è una ragione neurologica” per quanto avvenuto, e che al momento degli eventi Connor Brown “aveva qualcosa che non andava”.

Lo sceriffo Millar ( i giudici in Scozia vengono denominati “sceriffi”, ndr), però, non ha creduto a questa versione, e ha dichiarato che “non è soddisfatto e non ha trovato le prove in alcun modo persuasive”.

Il dottor Calvin Lightbody, inoltre, ha affermato che vi erano “dei fattori spiralici, e perché avvenissero l’osso doveva essere stato soggetto a qualche forma di rotazione. “Perché ciò avvenisse”, ha poi aggiunto il medico, “le braccia devono essere state girate con una certa forza per rompere le ossa”.

La sentenza e le condizioni della bambina oggi

La bambina oggi sta bene. Al tempo dei fatti, però, ha dovuto indossare il gesso ad entrambe le braccia per diverse settimane.

I procuratori hanno rifiutato la difesa di Brown su basi mediche, e lo hanno condannato a 21 mesi di carcere. Se non si fosse dichiarato colpevole, il 23enne avrebbe potuto avere una condanna ben superiore.