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Palermo, emergenza cimiteri: 700 bare in attesa di sepoltura

Una situazione di emergenza che dura da anni, aggravata negli ultimi mesi. Ammontano a 700 i feretri senza sepolatura nel cimitero di Palermo. La soluzione definitiva tarda ad arrivare
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Palermo: 700 bare in attesa di essere sepolte. Lo spazio nei loculi è esaurito e l’unico forno crematorio presente non può essere utilizzato perché guasto. Si tratta di una situazione che dura ormai da decenni ma negli ultimi mesi i numeri delle salme insepolte sono aumentati e le prospettive future sono preoccupanti.

L’emergenza nei cimiteri di Palermo

È una vera e propria emergenza, quella che riguarda i cimiteri di Palermo. Proprio in questi giorni il Consiglio comunale si è riunito, avvisa il sindaco Leoluca Orlando, “per dare giusta sepoltura ai defunti e per trovare una soluzione di lungo periodo”.

La situazione più critica, inoltre, riguarderebbe il cimitero di Santa Maria dei Rotoli, il più grande della città. Qui, infatti, si contano circa 700 bare in attesa di sepoltura. Un numero molto elevato che è cresciuto enormemente negli scorsi mesi. A luglio, infatti, le salme in attesa di una collocazione definitiva erano già 400 e secondo il capo di gabinetto del sindaco, se non verrà trovata alcuna soluzione, è probabile che entro giugno le cifre aumentino fino a un totale di circa 2.150.

Tale condizione non sarebbe dovuta a un ritardo nei lavori di tumulazione, come già successo in passato. Il problema questa volta sarebbe di tutt’altro tipo: non sono più presenti loculi disponibili e mancherebbe lo spazio necessario per costruirne di nuovi. Anche il ricorso alla cremazione, inoltre, non sembra poter rappresentare un’alternativa valida. L’unico forno crematorio presente sarebbe guasto ormai da mesi e quindi inutilizzabile.

700 salme in depositi di fortuna

Al cimitero di Santa Maria dei Rotoli continuano ad arrivare nuove salme, ma per loro non c’è posto. Le bare sono state attualmente ammassate in depositi di fortuna. I locali amministrativi e i depositi del cimitero hanno accolto alcuni feretri mentre i restanti sono stati messi al riparo, al di sotto di apposite tensostrutture.

Solo una minima parte dei familiari dei defunti è riuscita a risolvere autonomamente la situazione, trasportando i feretri a Reggio Calabria o a Messina per la cremazione. Tutti gli altri sono, invece, ancora in attesa di poter dare un ultimo saluto ai propri cari.

Una crisi che dura da anni

Il forno crematorio attualmente guasto venne costruito nel 1982. Già allora i familiari lamentavano alcune questioni problematiche. Pare, infatti, fossero frequenti i ritardi da parte degli addetti alla tumulazione. I parenti di una defunta avevano addirittura deciso di occuparsi personalmente di seppellirla, considerate le tempistiche dei funzionari del cimitero. Anche nel 1991, i palermitani avevano fatto pressione affinché le allora 26 bare in attesa di sepoltura venissero collocate all’interno degli spazi predisposti. Nel 2015, una posta di bilancio di 2,7 milioni prevedeva la costruzione di un nuovo forno, attualmente ancora in fase di progettazione.

A quasi 40 anni dalla sua costruzione, una serie consecutiva di guasti al primo forno crematorio ne hanno impedito definitivamente l’utilizzo. L’eventuale costruzione di una nuova struttura richiederebbe tuttavia tempi non inferiori all’anno e mezzo, per via delle autorizzazioni e delle gare d’appalto necessarie all’avvio dei lavori. Nel frattempo, senza l’individuazione di soluzioni alternative, il numero dei feretri continuerebbe ovviamente ad aumentare.

Il progetto di un nuovo cimitero

Sin dai tempi della costruzione del primo forno crematorio, era emersa la necessità di costruire un nuovo cimitero, capace di accogliere i defunti quando lo spazio a Santa Maria dei Rotoli sarebbe terminato. Negli anni, è stata individuata anche un’area in cui collocare il nuovo camposanto. Si tratterebbe della borgata Ciaculli, considerata comunque troppo piccola per riuscire a soddisfare le esigenze di una città come Palermo.

Inoltre, la realizzazione di un simile progetto richiederebbe inevitabilmente l’espropriazione di alcune aree, comprendenti i terreni della Conca d’oro, pianura nota per la coltivazione del mandarino tardivo. Questo elemento rappresenterebbe sicuramente un ostacolo all’utilizzo della zona, ma non è tuttavia il solo. La costruzione di un nuovo cimitero richiederebbe infatti una spesa di 70-80 milioni di euro e l’attuale stanziamento corrisponde a circa 15 milioni.

Le soluzioni alternative

Il capogruppo della Lega, interno al consiglio comunale di Palermo, Igor Gelarda, ha reso nota la presenza della cosiddetta area 58-bis, ma a tal proposito ha ricordato: “È ancora sotto vincolo e ci vorranno alcuni mesi per sbloccarlo e necessita di parecchi lavori”. Nemmeno l’accordo con alcuni cimiteri privati della città sembrerebbe essere possibile. Il sindaco Orlando si sarebbe occupato per mesi di una trattativa con il camposanto di Sant’Orsola, ma per questioni economiche non è stato possibile stipulare un’intesa fra le parti.

Attualmente, la sola soluzione alternativa all’attesa sembra essere la costruzione di loculi prefabbricati. Gelarda ha parlato di “un prelievo di emergenza dal fondo di riserva di 800 mila euro”, per iniziativa del primo cittadino. Il totale dei loculi prefabbricati ammonterebbe a 400, un numero non sufficiente ad accogliere le 700 salme attualmente già depositate nel cimitero. La situazione potrebbe, inoltre, aggravarsi nei prossimi mesi, quando il numero di feretri continuerà a salire.

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