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Ex militare ammanetta e tortura suo padre prima di una violenta sparatoria con la polizia

Pubblicato: 29/01/2021 21:52

Una sparatoria con la polizia, poi l’arresto e la macabra confessione sulle torture inflitte al padre. Una trama da film d’azione, ma in realtà è tutto drammaticamente vero. L’arrestato ha 36 anni, è un ex militare e rischia una condanna all’ergastolo a causa di molteplici gravi accuse. Il padre, vittima principale della sua sadica furia, si trova in ospedale. Prima di arrendersi, l’accusato è riuscito però a ferire anche 3 poliziotti.

La sparatoria con la polizia

La vicenda ha avuto luogo in Ucraina, nel villaggio di Domanevka, nella zona meridionale del Paese. Un uomo di 55 anni, privato del naso, delle labbra e dei genitali, è riuscito a chiamare le forze dell’ordine in preda al panico. Secondo quanto racconta il The Sun, suo figlio lo teneva ammanettato in casa e provava piacere nel mutilarlo, un pezzo alla volta.

L’uomo è però riuscito a liberarsi, nonostante avesse perso parecchio sangue, e a chiedere aiuto, correndo a casa di sua sorella, poco distante. All’arrivo della polizia, la tensione è salita. Il sospettato, un ex militare 36enne ucraino, era pesantemente armato e ha ingaggiato con gli agenti uno scontro a fuoco. La polizia ha infine avuto la meglio, riuscendo a neutralizzarlo e a metterlo in manette. Suo padre, invece, è stato trasportato d’urgenza in ospedale. Le sue condizioni, al momento, non sono specificate, così come il movente delle violenze.

Era felice di mutilare suo padre

Durante la sparatoria, il 36enne ha ferito 3 agenti della polizia ucraina, aggravando la sua situazione. Ora sulla sua testa pendono gravissime accuse e rischia di rimanere in carcere a vita. Deve infatti rispondere di gravi lesioni intenzionali e messa a rischio della vita di pubblici ufficiali. Inoltre, all’interno dell’appartamento dove ha mutilato suo padre, la polizia ha trovato un intero arsenale di armi.

Il 36enne nascondeva non solo coltelli, armi da fuoco e munizioni, ma anche un detonatore, materiale esplosivo, bombe e telecomandi radio per farle esplodere. Durante il primo interrogatorio l’uomo ha inoltre confessato di aver castrato il padre e di “essere molto felice di averlo fatto”. Questo però non gli è bastato. “Non voleva calmarsi, così l’ho ammanettato. Ma aveva più forza di quanto credessi”. Così ha continuato a mutilarlo, tagliandogli il naso e le labbra. Fortunatamente la giustizia è intervenuta prima che la situazione peggiorasse ancora.