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Professoressa genovese muore a 96 anni e lascia in eredità 25 milioni ad associazioni e ospedali

Pubblicato: 02/03/2021 15:24

Edmonda Marisa Cavanna, ex professoressa genovese, si è recentemente spenta all’età di 96 anni. Era amata da chiunque la conoscesse, che la ricorda ancora in modo affettuoso, ed il suo testamento dimostra perfettamente come fino all’ultimo abbia pensato prima agli altri. Ha infatti disposto che la sua eredità di 25 milioni venga ripartita tra ospedali, associazioni ed enti benefici. La donna ha voluto che parte dei soldi andassero anche per la badante, al suo fianco fino all’ultimo istante e per gli amici di una vita.

L’eredità da 25 milioni di euro

La signora Cavanna non lascia parenti stretti, e l’ultimo pensiero viene dedicato a chi è in difficoltà. Quasi 4 milioni, ripartiti tra 11 associazioni come Amnesty International e Save the Children, ma anche opere di carità come le Suore missionarie di Madre Teresa di Calcutta e le Associazioni Missioni Don Bosco.

Altri 5 milioni, oltre al ricavato della vendita della sua villa, sono destinati all’ospedale Galliera di Genova, ed altrettanti al pediatrico Gaslini. Ma con una chiara indicazione: che vengano impiegati “per la ricerca e l’acquisto di apparecchiature necessarie”, privilegiando “la divisione di cardiologia per continuare la tradizione della mia famiglia”.

E ancora, un ottavo del patrimonio e gli arredi della villa al Piccolo Cottolengo Don Orione di Genova, già beneficiario delle donazioni della professoressa quando era in vita. Quasi 4 milioni sono stati lasciati alla badante, oltre all’affitto pagato per 6 mesi a favore del personale della casa.

Il necrologio e la discendenza nobiliare

Lucidissima fino all’ultimo istante di vita, è stata la stessa Marisa Cavanna e scrivere il proprio necrologio. Una chiamata all’amico, direttore della banca Passadore, per chiedergli, “dopo che non ci sarò più”, di portare “alla redazione del Secolo XIX quella busta sullo scrittoio”. Conteneva un lungo elenco di ringraziamenti, dagli amici di una vita agli ex allievi, senza dimenticare il personale che la aiutava in casa. Ed infine, la badante con i suoi figli, gli “amatissimi Gingi e Zakaria” per i quali si firma “nonna Marisa”.

La signora Cavanna era di nobili origini, come ha voluto sottolineare anche nel suo testamento. Discendente della casata Contarini di Venezia, alla nipote Mirella affida “i documenti della nobile famiglia”, augurandole “una vita serena”. Con un’ultima disposizione ha voluto concludere il testamento: “Desidero che i miei organi [..] siano donati a chi potrà trarne ancora vantaggio”.