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Antonella Ferrari chi è: il grido dell’attrice con la sclerosi multipla commuove il Festival

Pubblicato: 05/03/2021 00:40

Commovente e tenace, l’entrata in scena di Antonella Ferrari sul palco dell’Ariston in occasione della 71esima edizione del Festival di Sanremo si classifica sicuramente come uno dei valori aggiunti di questa edizione. Con parole forti, drammaticamente forti, l’attrice tocca il cuore del pubblico con il suo monologo.

Antonella Ferrari: la carriera da ballerina interrotta dalla malattia

Io non sono la sclerosi multipla, io sono Antonella Ferrari“, con queste parole l’attrice Antonella Ferrari, irrompe all’Ariston con un monologo straziante e toccante, di quelli destinati a rimanere impressi nonché negli archivi dei momenti degni di menzione del Festival. Classe 1970, Antonella Ferrari è divenuta attrice in un secondo momento: nata come ballerina, la sclerosi multipla muta il suo destino cambiando la sua vita e la sua carriera.

La carriera al cinema e in tv

Dopo aver debuttato in televisione dopo essere passata dal teatro anche al fianco di personaggi illustri come Nino Frassica, nel 2010 ad accorgersi del suo forte potenziale e della sua voglia di raccontare e raccontarsi è l’uscente conduttore del Grande Fratello Vip, Alfonso Signorini. Nel 2010 il direttore di Chi le offre una rubrica tutta sua. Del 2012 la sua autobiografia, Più forte del destino – Tra camici e paillettes. La mia lotta alla sclerosi multipla“, e proprio della sua battaglia ha voluto parlare al Festival.

Il grido all’Ariston e la sclerosi multipla

Un vero e proprio grido quello di Antonella Ferrari che sul palco ha portato sé stessa: “Perché tutto questo tempo? Adesso sorrido perché non mi devo più nascondere. Non sono spaventata, sono sollevata. Da oggi inizia la mia vita alla luce del sole. Potrò camminare senza nascondermi. Non sarò più l’ombra della mia malattia. Sarò io, in cammino, luminosa. Anche quando sarà buio“, ha chiosato a gran voce la Ferrari lanciando un messaggio di battaglia che possa essere il più possibile utile a sensibilizzare nei confronti di una malattia che immobilizza lo spirito.