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Achille Lauro: quinto quadro a Sanremo: canta C’est la vie e omaggia l’orchestra classica

Pubblicato: 06/03/2021 21:23

Achille Lauro conclude la sua esperienza al 71esimo Festival di Sanremo con il quinti quadro: un omaggio alla musica d’orchestra cantando un suo cavallo di battaglia, C’est la vie.

Achille Lauro in scena con il quinto quadro

Un percorso iniziato anni fa, non soltanto dopo la chiamata di Amadeus per far parte del progetto Sanremo 2021. Una partecipazione di cui però è grato al direttore artistico, come lui stesso ha detto in conferenza stampa: “Voglio spiegare il progetto che c’è dietro questo grande Festival e che ho condiviso mesi e mesi fa con Ama, è costato notti e notti di lavoro e di creatività”.

Sulla performance finale, l’artista non si è sbilanciato ha solo annunciato che il lungo percorso si concluderà con un omaggio alla musica d’orchestra sulle note di C’est la vie: “Stasera chiudiamo con un brano che fa parte della mia carriera ‘C’est la vie’, che è un omaggio all’orchestra classica e spero vi piacerà“.

Perché Achille Lauro ha scelto C’est la vie

C’est la vie è uno dei cavalli di battaglia di Achille Lauro, un testo dalle inflessioni romani, con parole semplici e associazioni di idee che rendono ben chiaro uno stato d’animo. Quello stato di stallo in un rapporto di coppia dove bisogna fare una scelta che non cela il pericolo della sofferenza; quel momento in cui, come lui stesso ha spiegato al momento dell’uscita c’è la scelta tra: “La scelta tra l’abbandono e l’abbandonarsi a qualcuno. La visione cinica dell’amore, visto come il dare a qualcuno la possibilità di ucciderti e sperare che non lo faccia. C’est la vie è il mio nuovo singolo e lo affido a voi“.

C’est la vie fa parte dell’album 1969

Il percorso di Achille Lauro a Sanremo

Achille Lauro ha speso due parole sul suo percorso sanremese: “Quando sono stato omaggiato da Amadeus, che mi ha permesso di essere qui, ho voluto pensare a un progetto molto più ampio della mia zona comfort: ho pensato di fare un viaggio nei generi musicali attraverso delle rappresentazioni, incarnando non un personaggio ma l’essenza del genere“.

Ripercorrendo tutti i quadri, Lauro si è soffermato sulla partecipazione della coppia Barra-Santamaria: “Poi siamo passati per il rock’n’roll e volevamo portare la leggerezza, la spensieratezza: anche il bacio di Claudio Santamaria e Francesca Barra in questo momento storico è qualcosa di forte“.

Poi siamo passati per il pop, con un omaggio agli incompresi, che era uno dei punti che preferivo, perché il pop in Italia è un genere banalizzato, ridotto a qualcosa di frivolo, di poco artistico, invece noi volevamo portare un’esibizione teatrale, che facesse capire la costruzione che c’è dietro anche ad un genere così: sono stato onorato della presenza della Guerritore e di Emma. Ieri abbiamo portato il punk senza regole, Fiorello era perfetto per legittimare questo genere su un palco così importante e poi ho voluto portare il mio chitarrista di sempre Boss Doms, con cui ho affrontato il Sanremo che ci ha reso quelli che siamo, e la mia band“.