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Maria Elena Boschi denuncia lo stalker: la Boschi perseguitata per mesi, dai messaggi fino ai tentativi di incontrarla: “È stata una escalation”

Pubblicato: 11/03/2021 15:53

Maria Elena Boschi è stata vittima di stalking per mesi, ricevendo messaggi, chiamate e attacchi da un uomo sconosciuto. Dopo aver denunciato la preoccupante situazione alla procura di Roma, la deputata ha rilasciato un’intervista raccontando pubblicamente l’esperienza vissuta. Con il suo intervento, l’onorevole spera di poter incoraggiare altre donne a non rimanere in silenzio di fronte a simili episodi.

Maria Elena Boschi vittima di stalking: non si trattava della prima volta

Intervistata dal Corriere della Sera, Maria Elena Boschi ha spiegato di essere stata vittima di uno stalker, che per mesi ha cercato di mettersi in contatto con lei in maniera sempre più insistente. Per la politica non si tratta purtroppo della prima volta. “Negli ultimi anni ci sono stati vari episodi simili, più o meno gravi” ha infatti ammesso la donna. Come ha spiegato però, in passato aveva sempre preferito non parlarne per “evitare effetti emulativi”. In questo caso tuttavia ha dovuto fare i conti con il fatto che la notizia fosse già uscita sui giornali, nonostante la sua volontà di tenerla nascosta.

“Questa però può essere un’occasione per incoraggiare altre donne a non sottovalutare e a denunciare” ha dichiarato l’onorevole, cercando di dare uno scopo all’involontaria diffusione della notizia.

Tornando ai precedenti episodi, la Boschi ha spiegato: “Vanno avanti dal 2014, anche se con soggetti diversi”. Lo stalker recentemente denunciato avrebbe tentato un vero e proprio avvicinamento fisico alla donna, manifestando un atteggiamento instabile e arrivando addirittura a presentarsi nei luoghi da lei frequentati quotidianamente.

Contattata per messaggio dal suo stalker: “È stata una escalation”

Dal racconto di Maria Elena Boschi è evidente come il comportamento del suo stalker sia andato peggiorando nel corso dei mesi destando in lei sempre più preoccupazione. Il primo contatto era avvenuto nel mese di settembre: “Ha iniziato, come spesso accade, con un messaggio cortese e, poi, è stata una escalation”.

In breve tempo, l’uomo avrebbe iniziato a mandare sempre più messaggi alla Boschi, arrivando a contattarla ogni giorno e per più volte al giorno. Il contenuto dei messaggi variava, mostrando quello che la donna definisce uno “scarso equilibrio di chi li scrive”. “Dalla preoccupazione ossessiva per la mia sicurezza alla pseudo attrazione fisica nei miei confronti, fino al pensiero della mia morte, queste le inquietanti parole che l’onorevole ha dovuto leggere per mesi.

A convincerla della necessità di denunciare sarebbe stato un evidente peggioramento delle intenzioni dell’uomo. “La molla è stata il fatto che si recasse nei luoghi che frequento a Roma e non solo a Roma” ha spiegato Maria Elena Boschi, ammettendo di aver temuto fortemente per la sua situazione.

La totale perdita della sicurezza personale

Maria Elena Boschi non nega di essersi sentita fortunata rispetto ad altre donne, per via dell’attenzione per la sua incolumità di cui può godere per via del suo lavoro. Tuttavia l’atteggiamento dello stalker l’ha portata a vivere situazioni di grande incertezza. Non sentirsi sicure nel fare una corsa da sola la mattina presto o banalmente andare a fare la spesa al supermercato non è una bella sensazione ha dichiarato.

“Sei costretta a cambiare la tua quotidianità ha concluso riassumendo chiaramente la sua situazione. Il suo pensiero è andato poi alle donne che hanno subito anche violenza fisica: “Non sempre chi molesta si ferma alle minacce”.

La violenza psicologica gravata su di lei e la sensazione di non poter più condurre la sua vita senza la preoccupazione di trovarsi faccia a faccia con l’uomo che continuava ad assillarla per messaggio l’hanno convinta ancor di più della necessità di mettere in moto un cambiamento nella società.

“Una cultura violenta e maschilista”

Partendo dalla sua esperienza personale, Maria Elena Boschi spera di poter incoraggiare molte altre donne a non abbassare la testa di fronte a simili episodi. Non si deve restare inermi o aver paura di denunciare un uomo che entra in modo prepotente e violento nella propria vita” ha ricordato. La Boschi inoltre dichiara di credere che sia necessario modificare più in generale un atteggiamento mentale purtroppo ancora troppo diffuso. “Finché si continuerà a pensare che le donne ‘se la cercano’ non cambieremo mai una cultura violenta e maschilista ha spiegato. Molto chiara è stata infine la linea da lei suggerita per attuare nuovi interventi.

La necessità di educare alla parità di genere

La Boschi vede nelle leggi sullo stalking e sul femminicidio “un grande risultato”, ma sa che queste da sole non possono bastare. A suo avviso è infatti necessario investire “sull’educazione alla parità di genere e al rispetto dell’altro in generale”, proponendo iniziative di formazione nelle scuole.

“Solo superando la cultura maschilista e con il coinvolgimento anche degli uomini, fin da piccoli, potremo vincere questa battaglia ha concluso la capogruppo di Italia Viva.