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Giornalisti intercettati dai pm di Trapani per il lavoro su Libia e migranti: spiata anche la legale dei Regeni

Pubblicato: 03/04/2021 15:35

Mesi di intercettazioni di giornalisti che si occupano di Libia e migranti da parte della Procura di Trapani, nell’ambito dell’inchiesta che vede alcune ong, da Save The Children a Medici Senza Frontiere, accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per i salvataggi nel Mediterraneo.

Lo scandalo è deflagrato rivelando centinaia di pagine di conversazioni trascritte carpite dai giornalisti intercettati, tra cui anche rapporti confidenziali con le fonti. Tra loro, firme che hanno contribuito a fare chiarezza su cosa accade in Libia, come Francesca Mannocchi e Nancy Porsia, già minacciata di morte dai trafficanti libici per il suo lavoro.

Giornalisti intercettati e “schedati” dalla Procura di Trapani

È Domani a rivelare come alcuni giornalisti italiani siano stati intercettati anche durante conversazioni protette dalla legge, come quelle con le fonti, dalla Procura di Trapani. Nessuno dei giornalisti è indagato nell’inchiesta delle toghe trapanesi, che avrebbero comunque messo sotto sorveglianza i giornalisti al lavoro su migrazione e Libia.

A svelare queste modalità, la cui legalità è tutta da vedere, è Andrea Palladino, che riporta come la Procura di Trapani abbia depositato centinaia di pagine contenenti le fonti, i nomi, gli spostamenti, anche le conversazioni con l’avvocato, come accaduto a Nancy Porsia.

Sulla giornalista Nancy Porsia un vero e proprio dossier

La giornalista, freelance per testate italiane e straniere tra cui Sky Tg24 e The Guardian, è stata intercettata mentre parlava con la legale Alessandra Ballerini, che difende anche la famiglia Regeni. A questo riguardo, sono state trascritte anche informazioni che l’avvocata ha condiviso sul prossimo viaggio in Egitto, proprio per il caso di Giulio Regeni.

Il telefono di Nancy Porsia, mai indagata, sarebbe stato sotto controllo per 6 mesi. “Di 300 pagine di trascrizioni di intercettazioni, oltre 100 sono mie conversazioni. Non sono stata intercettata mentre parlavo con indagati come altri colleghi, ma era proprio la mia utenza ad essere posta sotto controllo. Per sei mesi. Perché questo accanimento?“, ha chiesto su Twitter la giornalista. Su di lei ci sono inoltre pagine e pagine in cui venivano annotati i contatti e i movimenti.

Tweet di Nancy Porsia
Tweet di Nancy Porsia

Chi sono gli altri giornalisti intercettati

Ad essere ascoltati in segreto dai pm di Trapani, anche altre note firme del giornalismo italiano. Francesca Mannocchi, Sergio Scandura di Radio Radicale, Antonio Massari de Il Fatto Quotidiano, Fausto Biloslavo de Il Giornale e Claudia Di Pasquale di Report.

Tutti loro sono stati intercettati anche mentre parlavano con fonti sensibili, la cui identità è protetta dal segreto professionale, e membri delle ong presenti in Libia o nelle missioni di salvataggio.

FNSI: “Chi ha consentito questo abuso?”

La Federazione Nazionale Stampa Italiana, il sindacato dei giornalisti, ha chiesto che si faccia a più presto chiarezza sulle intercettazioni. “Non spetta a noi emettere sentenze, ma riteniamo opportuno che le autorità di garanzia chiedano chiarimenti e li rendano pubblici“, dichiara la FNSI, assicurando “alle colleghe e ai colleghi ogni supporto e sosterrà tutte le iniziative che intenderanno promuovere“.

Il presidente Giuseppe Giulietti ha dichiarato a Radio Radicale: “Grazie all’inchiesta di un giornalista coraggioso emerge che con chiarezza a Trapani sono state trascritte delle intercettazioni relative in primo luogo ad una conversazione tra la giornalista Nancy Porzia, più volte minacciata di morte dai mercanti di carne umana libici, e la suo avvocata Alessandra Ballerini, che è anche la legale della famiglia Regeni. Vengono intercettati illegalmente perché si tratta di un colloquio tra un avvocato e una sua cliente“.

Tweet di Beppe Giulietti
Tweet di Beppe Giulietti

Perché sono stati intercettati? Sono stati intercettati direttamente o mentre parlavano con le loro fonti? Cosa si cercavano, le fonti dei giornalisti? Ma c’è il segreto professionale. A questo punto, parlo anche a nome della Fnsi e del segretario Raffaele Lorusso, i legali della Federazione si mettono a disposizione di tutte le colleghe e colleghi per eventuali denunce. Chiediamo formalmente al ministero della Giustizia, alla ministra Marta Cartabia, allo stesso Csm, di aprire una inchiesta su quello che è accaduto, di farci sapere chi ha disposto queste intercettazioni, di spiegare cosa è accaduto e perché, di rendere note tutte le carte senza lasciare nessuna zona d’ombra, perché c’è materia non per essere preoccupati ma molto di più“, conclude Giulietti.

La replica della Procura di Trapani

Su Domani, il pr di Trapani Maurizio Agnello assicura “che non utilizzeremo quelle telefonate“. Il procuratore reggente continua: “Sia io che le colleghe siamo arrivati a Trapani 2 anni dopo che quelle intercettazioni erano state effettuate. Posso solo dire che non fanno parte dell’informativa sulla base della quale chiederemo il processo e che dunque non possono essere oggetto di alcun approfondimento giudiziario. Non conosco quelle intercettazioni che naturalmente abbiamo dovuto depositare ma che non useremo“.