A Windsor, alla St. George’s Chapel, si sono tenuti i funerali del Principe Filippo, duca di Edimburgo. Un addio commosso, semplice, come lui aveva desiderato ma, allo stesso tempo, avvolto nella sontuosità e nella magnificenza che ruotano ancora adesso intorno alla sua figura.
I britannici ricordano il principe Filippo
Il Principe Filippo è ormai entrato di diritto nel pantheon della memoria britannica per il suo impegno costante tanto nel privato quanto nel pubblico. È vero, non è stato amato da tutti, la BBC è stata sommersa da reclami dei telespettatori a causa della sospensione delle trasmissioni (compresa la finale di Masterchef) per lasciare spazio a servizi, documentari e speciali a ricordo del compianto Principe. Critiche che però sono state contestate da altri spettatori, che hanno quasi doppiato quelli più ostili, che invece hanno ritenuto non abbastanza sufficiente lo spazio dedicato a Filippo, contestando le polemiche affermando che l’impegno del duca di Edimburgo andasse rispettato.

In tantissimi si sono riversati sul Book of Condolence per lasciare un messaggio in ricordo del duca di Edimburgo, a centinaia hanno lasciato fiori, biglietti e modellini davanti ai cancelli di Buckingham Palace, altre residenze reali e persino a Greenwich davanti all’entrata della Cutty Sark.
Un amore per la figura del principe mostrato nel cordoglio vissuto in silenzio o in poche parole commosse pronunciate ai microfoni degli inviati. Oppure, nonostante i continui inviti a stare a casa, nella quantità di persone che si sono riversate a Windsor nel giorno del funerale perché si sentivano di farlo.
Il principe Filippo: il Patriarca
In occasione del giorno del funerale del Principe Filippo, la Royal Family ha rilasciato l’omaggio del Poeta Laureato Simon Armitage, scritta in onore del duca di Edimburgo intitolata The Patriarchs- An Elegy.
Un narrative poem che ripercorre la grandezza di Filippo parlando sui generi dei suoi contemporanei dalla gioventù e dagli anni della guerra. Il duca di Edimburgo descritto come ponte, un uomo di una generazione nato già bisnonna e con tanto da trasmettere ai posteri. Una generazione senza tempo, la sua, che si è sempre interrogata sul futuro, sulla scienza e sui massimi sistemi del mondo.
The Patriarchs – An Elegy
The weather in the window this morning
is snow, unseasonal singular flakes,
a slow winter’s final shiver. On such an occasion
to presume to eulogise one man is to pipe up
for a whole generation – that crew whose survival
was always the stuff of minor miracle,
who came ashore in orange-crate coracles,
fought ingenious wars, finagled triumphs at sea
with flaming decoy boats, and side-stepped torpedoes.
Husbands to duty, they unrolled their plans
across billiard tables and vehicle bonnets,
regrouped at breakfast. What their secrets were
was everyone’s guess and nobody’s business.
Great-grandfathers from birth, in time they became
both inner core and outer case
in a family heirloom of nesting dolls.
Like evidence of early man their boot-prints stand
in the hardened earth of rose-beds and borders.
They were sons of a zodiac out of sync
with the solar year, but turned their minds
to the day’s big science and heavy questions.
To study their hands at rest was to picture maps
showing hachured valleys and indigo streams, schemes
of old campaigns and reconnaissance missions.
Last of the great avuncular magicians
they kept their best tricks for the grand finale:
Disproving Immortality and Disappearing Entirely.
The major oaks in the wood start tuning up
and skies to come will deliver their tributes.
But for now, a cold April’s closing moments
parachute slowly home, so by mid-afternoon
snow is recast as seed heads and thistledown.
L’addio al principe Filippo
Così finisce l’avventura terrena del duca di Edimburgo, il principe Filippo. Perché proprio con il termine avventura si può definire la sua sua lunga vita che, seppur vissuta all’ombra della Corona non è mai passata inosservata. Quella a cui abbiamo assistito in questi otto lunghi giorni di lutto è stata una vera e propria celebrazione della vita di un uomo che si è messo a servizio del suo Paese e della sua Regina.
Non solo le dichiarazioni dei membri della famiglia, che hanno ricordato l’uomo, il marito, il padre, il nonno e bisnonno amorevole che adorava portare i nipotini sul suo calesse e l’uomo membro del pubblico servizio, anche i cittadini del Regno Unito non hanno mancato di ricordarlo così.

Principe Filippo: emblema della Britishness
Il lavoro enorme che il principe Filippo ha svolto per il Paese ha coinvolto più generazioni, e per questo non c’è da stupirsi se dai vari servizi trasmessi in tv si sono viste persone delle età più disparate porgergli omaggio anche con occhi lucidi e voce travolta dalla commozione. E lo ha fatto da straniero, entrato a far parte di quel mondo con la sua eleganza, la sua passione per lo sport e la vita di campagna, valori che lo hanno reso emblema della Britishness, ovvero quella “inglesità” che non è mai passata di moda ma che oggi è ormai cosa rara.
Quella che Filippo lascia al Regno Unito e al mondo è un’eredità preziosa fatta di valori appartenenti ad un’altra epoca ma con un occhio che ha sempre guardato al futuro e al benessere del pianeta, come ad esempio con la lotta per la salvaguardia dell’ambiente e della Terra.

Se la vita e l’opera di Filippo sono state adombrate dal ruolo della Corona, intorno alla quale la famiglia e gli affari di Stato ruotano, questo non è stato poi un elemento che ha davvero oscurato il lavoro del Principe, il cui contributo ha permesso non solo di trasportare, insieme ad Elisabetta, l’istituzione della monarchia nel mondo attuale. Lo ha fatto mantenendo vivo quel concetto di tradizione e attaccamento ad essa che è pilastro fondante del Regno Unito, ed è per questo che il popolo britannico lo saluta con semplici parole: “Farewell Prince Philipp” che è più da intendersi com un arrivederci che un addio, dato che la sua memoria è già tesoro nazionale.