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Il caso Colt, la “fattoria degli incesti”: figli obbligati dal padre ad avere rapporti sessuali con lui e altri parenti

Pubblicato: 30/04/2021 19:26

Un caso assurdo di abusi sessuali e incesti ha scosso tutta l’Australia. Siamo nel 2012 quando la Polizia viene alla scoperta dei tetri segreti della famiglia Colt.

All’interno della fattoria abitavano circa 40 individui nati da rapporti sessuali tra consanguinei: fratelli, sorelle, genitori, figli, nipoti che si rapportavano con i propri parenti in legami incestuosi. Adulti e bambini che vivevano in pessime condizioni igieniche e malnutrizioni, molti dei quali affetti da disturbi neurologici e cognitivi gravissimi, oltre ad essere quasi completamente analfabeti.

La “fattoria degli incesti”: il caso Colt che ha scosso l’Australia

Si tratta di uno dei casi più assurdi e intricati nella storia delle cronache nere australiane. Polizia, psicologi e assistenti sociali sono impegnati per ricostruire la sconvolgente storia di questa famiglia. Come riporta News.com.au, è il 2012 quando le autorità conoscono la famiglia Colt, un clan di 40 persone (i cui nominativi sono tutti inventati).

Immersi nelle campagne australiane del Nuovo Galles del Sud vivevano in una fattoria composta da capannoni, tendoni e camper che versavano nelle peggiori condizioni igieniche. Adulti e bambini che non sapevano cosa fosse la pulizia, con terribili funghi ai piedi e malattie genetiche gravissime. Non c’era acqua potabile, né indumenti puliti ma solo cibi marci e stoviglie ricoperte da sporco e polvere. Ma emerge un dato dalle indagini in particolare che ha fatto raggelare il sangue alle autorità: tutti i componenti della famiglia erano nati da rapporti intimi tra consanguinei (genitori, fratelli, sorelle, nipoti, zii, nonni).

Tim Colt, il patriarca: violentava e obbligava i figli ad avere rapporti sessuali con i fratelli

Tutto avrebbe avuto inizio per volontà del padre, riconosciuto con lo pseudonimo di Tim Colt e della sua complice, June, nata da un rapporto incestuoso tra fratelli. La coppia si era sposata nel 1966 e aveva avuto 7 figli: Martha, Frank, Paula, Cherry, Rhonda, Betty e Charlie.

Il patriarca avrebbe iniziato a violentare sua figlia Betty appena 12enne, iniziando una lunga catena di incesti e abusi che si perpetueranno per 4 generazioni successive. Non solo, insieme a 2 sue figlie maggiorenni, una minorenne e una nipote, procrea 17 figli. Oltre a commettere lui stesso i mostruosi gesti, obbligava i figli ad avere rapporti sessuali con i propri fratelli e sorelle, per farli procreare.

La famiglia si trasferiva frequentemente, spostando la propria dimora tra Australia meridionale, occidentale e il Victoria fino all’ultima tappa nel Nuovo Galles del Sud. I componenti si esibivano spesso come band musicale facendo tour e partecipando a festival in giro per tutto il Paese.

La verità portata a galla da uno dei bimbi

La scioccante scoperta è stata fatta grazie a uno dei più piccoli della famiglia, vittima della catena di violenze e incesti famigliari. Durante la scuola, una maestra sente il bambino raccontare che sua sorella era incinta ma non sapevano quale dei suoi fratelli fosse il padre. Parole sconcertanti che hanno portato l’insegnate ad avvisare immediatamente le autorità. La polizia si è recata sul posto insieme agli assistenti sociali, i quali hanno descritto la scena come qualcosa di mai visto prima.

I bambini: deformità genetiche e gravi ritardi cognitivi

La fattoria era nascosta tra le campagne di Boorowa, a sud-est di Sidney, nel Nuovo Galles del Sud. Dopo la morte di Tim Colt (nel 2009) e June (2001) la famiglia passa sotto la guida di Betty Colt e suo fratello minore Charlie. Insieme hanno avuto 12 figli i quali, a loro volta, hanno procreato con i propri consanguinei. I poliziotti e gli assistenti sociali una volta giunti all’accampamento hanno descritto le condizioni allucinanti in cui versava la famiglia.

Oltre alle pessime condizioni igieniche elencate prima, in una delle sudicie stanze dell’abitacolo hanno addirittura trovato un canguro dormire di fianco ad un neonato. Per di più, i bambini avrebbero accusato gravi ritardi cognitivi e deformità genetiche, come occhi disallineati e orecchie malformate. Si dimostrarono incapaci di sostenere una normale conversazione con gli assistenti sociali, evitando i loro sguardi ma ciò che più sconvolse le autorità è che nessun adulto si rese conto della gravità morale ed etica della situazione, oltre alle conseguenze penali che ne sarebbero conseguite.

5 familiari accusati

I capostipiti della famiglia Betty, Charlie, Rhonda, Roderick e Martha hanno risposto alle accuse di stupro, rapporti incestuosi e abbandono di minori. Grazie all’intervento delle autorità alcuni bambini sono stati adottati, altri sono stati affidati a delle case-famiglia. Oggi sono diventati adulti e mostrano dei miglioramenti in termini di salute, rapporti relazionali e igiene anche se la loro vita purtroppo sarà per sempre segnata dal traumatico passato.

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