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Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Chi è Louis-George Tin, ideatore della ricorrenza che si celebra il 17 maggio

Pubblicato: 16/05/2021 23:54

Il 17 maggio di ogni anno il mondo intero celebra la Giornata contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, il cui obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sulle discriminazioni che ancora oggi subiscono gli appartenenti alla comunità LGBTQ+.

La Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia è stata istituita nel 2004 grazie ad un’idea dello scrittore Louis-George Tin, il riconoscimento a livello globale, di cui tale giornata gode al giorno d’oggi, è stato raggiunto solo a seguito di intensi anni densi di impegno e attivismo dello scrittore martinicano.

Louis-George Tin fondatore della Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia

È dunque grazie a Louis-George Tin, scrittore e attivista LGBTIQ+ , se dal 2004, in tutto il mondo, possiamo celebrare la Giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, nota anche con l’acronimo IDAHOBIT (International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia). Difatti Louis-George Tin, classe 1947, si è da sempre impegnato nella lotta contro le discriminazioni a danno delle persone LGBTIQ+.

L’attivista martinicato, presidente del Comitato IDAHO, nel 1997 è stato co-fondatore di un’associazione studentesca all’École normale supérieure, dal nome ‘Homonormalités’. Qualche anno più tardi, nel 2003, in collaborazione con altri 75 studiosi, ha contribuito alla stesura di un testo intitolato ‘Dictionnaire de l’homophobie’, ossia Dizionario dell’omofobia, nel quale è stata analizzata l’omofobia attraverso varie teorie riguardanti la biologia, la teologia, la psicoanalisi e l’antropologia. Nel libro sono state inoltre narrate le difficoltà che molti personaggi storici, uno tra questi il celebre scrittore irlandese Oscar Wilde, hanno dovuto affrontare nel corso della loro esistenza, solo perché omosessuali.

17 maggio Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia

La scelta della data non è casuale, infatti fu proprio il 17 maggio del 1990 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità decise di depennare l’omosessualità dalla lista internazionale delle malattie mentali. Come già anticipato, la prima giornata internazionale contro l’omofobia è stata celebrata nel 2004.

3 anni più tardi l’Unione Europea ha indetto proprio per il 17 maggio, in occasione della storica data che segnò una vera e propria svolta, la giornata internazionale contro ogni forma di discriminazione e di violenza verso il prossimo per ragioni di orientamento sessuale e/o identità di genere. La Giornata internazionale contro l’omofobia rappresenta quindi un importante appuntamento in tutto il mondo e si pone l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulle difficoltà quotidiane che la comunità LGBTIQ+ si ritrova ad affrontare solo perché il proprio orientamento sessuale è considerato ancora oggi da alcuni “diverso”.

L’impegno del Parlamento europeo

Come stabilito dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 2007 sull’omofobia in Europa, con la quale era stata indetta il 17 maggio di ogni anno quale Giornata internazionale contro l’omofobia, all’articolo 8: l’Unione Europea: “ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni”.

L’omofobia oggi: i dati sono preoccupanti

Purtroppo occorre evidenziare che, come segnala il sito ufficiale del Consiglio Europeo dedicato interamente alla giornata celebrativa del 17 maggio, le percentuali di violenze subite da parte delle persone LGBTIQ+ sono ancora oggi elevate, e per questo motivo è opportuno ricordarle. Secondo i recenti studi condotti dall’Unione Europea, il 47% delle persone LGBTIQ+ sono state fisicamente o sessualmente attaccate o minacciate nell’ultimo anno e, dato ancora più preoccupante, solo il 22% di queste violenze sono state denunciate alla polizia.